giovedì 29 novembre 2012

In lode della scuola pubblica

di Miki Biasi 


In un periodo in cui il governo italico sta infliggendo  duri e selvaggi colpi alla scuola pubblica, ho sentito come doveroso difendere questa sacra istituzione, frutto del progresso dell’umanità democratica.

Tutti noi siamo a conoscenza di quali siano i grandiosi benefici apportati dalla scuola pubblica ai popoli che l’hanno adottata, preservata e migliorata.
Di fronte a tali evidenze, il nostro governo ha deciso di chiudere gli occhi. Il suo intento è sottile: far dimenticare a noi tutti quale sia l’essenza della scuola pubblica e quali siano i benefici effetti di una tale istituzione.

Questo modo di fare, del nostro governo, non deve intimorirci.

Credo che solo qualche metafora possa aiutarci a comprendere l’importante funzione svolta dalla scuola pubblica.


1. Il canale unico

Ogni giorno ci capita di accendere la televisione e ogni volta si presenta il medesimo problema: troppi canali.
E’ questo il modo subdolo in cui ci costringono a compiere una scelta. La decisione è davvero difficile e spesso dobbiamo arrenderci a quella diabolica operazione che prende il nome di ZAPPING.
Ci tocca, infatti, sorbirci non solo i programmi più diversi, ma anche le più diverse opinioni sui medesimi argomenti: non ci è dato avere certezze! Persino nello stesso programma ci sono persone che la pensano diversamente!

Niente certezze! Si tratta di una continua messa in discussione dei punti fermi che credevamo di aver raggiunto. Tutto ciò è tremendamente sconfortante!

Unica è, però, la soluzione adatta a risolvere il nostro problema: abolizione di TUTTI i canali trasmessi sui nostri televisori e loro sostituzione con un CANALE UNICO dal nome “scuola pubblica”.
Quanto sarebbe bello! Finalmente vedremmo sparire la fonte delle nostre incertezze! Potremmo finalmente essere sicuri di ciò che apprendiamo e in ciò saremmo sostenuti dal consenso quasi unanime del resto della popolazione.

Una minaccia, però, incombe su questo paradiso.


2. L’audience

Fatto il canale unico, bisogna fare gli spettatori.

Vogliamo davvero avere certezze? Se si, allora dobbiamo sapere, sin da subito, che l’istituzione del canale unico “scuola pubblica” non basta. La più grave minaccia alle nostre certezze viene da noi stessi: noi possiamo decidere di spegnere la televisione e non guardare l’unico canale disponibile.

Non ve l’aspettavate, vero? L’uomo è così sciocco da farsi danno da solo: la mente di chi non guarda il canale “scuola pubblica” potrebbe dar luogo a pensieri diversi da quelli degli spettatori “volontari” dell’unico canale.
Certo, questo, non contribuirebbe affatto a quel senso di certezza che abbiamo cercato di ottenere abolendo le cause dello ZAPPING.

Ma non disperiamo! Anche a questo problema esiste una soluzione: dobbiamo OBBLIGARE coloro che spengono la televisione a riaccenderla, minacciandoli con multe o galera. E dobbiamo obbligarli a guardarla 5-6 ore al giorno, 6 giorni alla settimana, per una decina d'anni.

Solo seguendo queste direttive, otterremo un pensiero unico.
Finalmente potremo raggiungere un senso di certezza!
Saranno rari i casi in cui qualcuno sarà in grado di mettere in discussione le nostre conoscenze!


3. Il canone

Sappiamo tutti benissimo che tanto il canale unico, quanto gli spettatori non esisterebbero senza un altro elemento fondamentale: i presentatori e gli organizzatori dei programmi trasmessi sul canale “scuola pubblica” .

Costoro, tuttavia, necessitano di un compenso per il loro lavoro: essi si occupano di impostare la didattica e di insegnare. Non possono mica farlo tutti gratis! Dovranno pur nutrirsi!

E chi meglio degli spettatori può adempiere questo compito?
Non dobbiamo, però, permettere che gli spettatori decidano, da soliSE e QUANTO destinare ai presentatori e agli organizzatori dei programmi. Finiremmo per vanificare tutti gli obiettivi elencati nei primi 2 punti!

Dobbiamo semplicemente OBBLIGARLI a pagare questo compenso!

Solo così, i programmi meno interessanti potranno rimanere in vita!
Diversamente, quei programmi cesserebbero di essere trasmessi e il compenso versato per essi si dirigerebbe verso altre mete! E chi sa quali assurde mete sceglierebbero gli spettatori!
Non vedete già “nubi d’incertezza” all’orizzonte?!?!?



Conclusioni

Il mio elogio è giunto al termine, cari lettori.

Sono sicuro che mi abbiate inteso.

Per ora, una sola cosa è certa: d’ora in poi, tutti guarderemo alla sacra istituzione della scuola pubblica con occhi ben diversi.

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