mercoledì 14 novembre 2012

Fisco: occhio alle spie!

di Andrea Fenocchio*

Qualche giorno addietro nei giornali si poteva leggere una notizia che non esiterei a definire folle: si parlava della possibilità di istituire un numero verde al quale i cittadini dovrebbero denunziare, anche in forma anonima, qualsiasi episodio di evasione fiscale, dal magnate dell'industria che dichiara al fisco cinque euro di reddito annuo al droghiere che non emette lo scontrino per un etto di prosciutto venduto. Inutile dire che questo episodio si inscrive in un contesto di criminalizzazione dell'evasore che ha come scopo precipuo quello di distogliere l'attenzione dal vero problema, ovverosia la ragione per cui il tasso di evasione è così elevato. In Italia il numero di evasori è così elevato anche e soprattutto perché la tassazione è esagerata e come una mitologica Idra uccide l'economia. Da un lato, abbiamo una serie di imprenditori che non riescono a fare il loro mestiere, e cioè intrapresa secondo le regole del mercato, che possono piacere o meno ma che sono ineludibili, e dall'altra una serie di consumatori che si vedono drasticamente ridotto il potere d'acquisto.
 Orbene, io spero che i cittadini italiani, anche coloro i quali hanno infelicemente applaudito alla pericolosa proposta, si avvedano presto che non si può proseguire su questa linea, e che chi determina la loro rovina economica non è certo il droghiere che non emette lo scontrino per un etto di prosciutto. Non possiamo più accettare linee di gestione dello stato che non tengano conto del principio fondamentale della libertà dell'individuo. Non possiamo più accettare governi che pur di racimolare tre lire dalle tasche esauste dei lavoratori sono pronti a creare nuove forme di delazione che riproducono in formato ridotto aspetti dei totalitarismi che hanno insanguinato il secolo appena tramontato. Tutti hanno sperato, dopo un lungo periodo di guerre e infamie terribili, che questo secolo in cui viviamo sarebbe stato il secolo della libertà, ma tocca constatare che nella sostanza non siamo andati molto innanzi. È tempo che i popoli gettino definitivamente la livrea dei servi e che si decidano a vestire i panni degli uomini liberi. Lo so, sono panni dapprincipio un po' scomodi perché con indosso quegli abiti ti trovi a pensare, ad agire e a sbagliare da te stesso, senza più che qualcuno pensi e agisca e sbagli per conto tuo; ma una volta che si impara a portarli ci si accorge che sono perfetti. Perché sono gli unici abiti che l'uomo debba indossare.

*Collaboratore esterno

Nessun commento:

Posta un commento