di Paolo Amighetti

Che fenomeno, Beppe Grillo. Una ne fa, cento ne pensa e un'altra ne dice. Per poi contraddirsi. I media, secondo il guru genovese, non fanno che
«sputtanare il suo movimento»: sono infatti in pugno ai partiti, che soffrono delle picconate che il grillismo ha dato loro e tremano all'idea di buscarne di nuove. Il leader a cinque stelle è abituato a parlar chiaro, come si sa. Ma quest'oggi ha rilasciato dichiarazioni forti al Time*: tanto forti che stavolta non sembra ci sia esagerazione giornalistica che tenga. «L'Italia è divisa in due. Quelli che hanno votato per i partiti di sempre, che non vogliono cambiare le cose. Gente che gode di ricche pensioni. [...] Abbiamo 4 milioni di impiegati statali e 18 milioni di pensionati: non tutti loro, ma una larghissima parte non vuole il cambiamento perché questo comprometterebbe la loro sopravvivenza. Lo Stato gliela garantisce.» Come se i cinquestelle fossero in maggioranza imprenditori e produttori, quando al contrario il nerbo dell'elettorato grillino è costituito da una gioventù ideologizzata che sogna (come tutte le gioventù dal Sessantotto in poi) una rivoluzione all'insegna della decrescita e dello sviluppo sostenibile. Come se il grillismo cercasse di azzoppare l'apparato parassitario, quando è da tempo che i suoi parlamentari ventilano la proposta di dare mille euro al mese a tutti i giovani disoccupati.