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domenica 30 dicembre 2012

L'ultimatum di Barack


Barack Obama a ruota libera: «Un piano equilibrato che protegga la classe media, tagli le spese in maniera responsabile e chieda ai più ricchi di pagare un po’ di più: questa è la cosa giusta per la nostra economia»*. Se tutto andrà a catafascio, la colpa sarà dei repubblicani: questo il messaggio sotteso. Dato che la spesa pubblica non si può tagliare, l'élite democratica ha pensato bene di seguire l'alto esempio di Hollande, il Krusciov di Rouen. Viva la grande madre Amerika.

*Fonte: http://www.blogtaormina.it/2012/12/30/fiscal-cliff-obama-lancia-lultimatum/140965

domenica 18 novembre 2012

Teheran contro Israele: «Serve azione di rappresaglia»

di Paolo Amighetti

In Medio Oriente tira una brutta aria, oggi più che mai. All'eterna faida arabo-israeliana, infatti si sovrappongono in questi mesi l'instabilità politica dei Paesi del Magreb e le ambizioni espansionistiche di Teheran. Tra Hamas e Israele lo scontro prosegue e aumenta di intensità, come prova la brusca interruzione, pochi giorni fa, della tregua proposta da Gerusalemme. I raid su Gaza si susseguono ai lanci di missili sulle città israeliane: e non sono da escludere operazioni terrestri.
Più in generale, l'equilibrio delle forze in campo sembra mutato, a tutto danno di Israele: Mubarak, da sempre filo-occidentale, è stato spazzato via dalla «primavera araba» che ha dato voce e forza a molte organizzazioni islamiste come i Fratelli Musulmani (da una cui costola nacque Hamas).

sabato 10 novembre 2012

America? Una mezza sconfitta

di Damiano Mondini
Dalle 2 di notte, ora italiana, del 7 novembre è parso chiaro a chiunque avesse gli occhi per vedere:  la presidenza del democratico Barack Obama sarebbe durata altri quattro anni – four more years, come recita lo slogan spopolato sui social networks. La vittoria sul candidato repubblicano Mitt Romney si è rivelata schiacciante contro ogni previsione, e non v’è motivo di credere che la maggioranza dell’Elefantino alla Camera potrà seriamente cambiare le carte in tavola. Gli Stati Uniti d’America hanno voluto dare un messaggio chiaro, apparentemente difficile da fraintendere, ma che darà senz’altro adito a differenti interpretazioni. Al netto degli entusiasmi infantili sollevati dal risultato nei media italiani, il voto deve essere letto più come una sconfitta dell’accoppiata repubblicana Romney-Ryan che non come una vittoria del duo democratico Obama-Biden.