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sabato 27 aprile 2013

25 Aprile, la festa dei Veneti tra gonfaloni e uomini in divisa


 di Paolo Amighetti

Avant'ieri pomeriggio, un nutrito gruppo di veneti si è dato appuntamento all'ombra del campanile di piazza San Marco. Gonfalone in spalla, foulard marciano al collo, i patrioti hanno ricordato il loro Santo patrono, lasciando che dei fantasmi dell'antifascismo si occupassero i media nazionali. Il 25 aprile, in Veneto, rimane la festa di San Marco.

Non è stata la carnevalata dei "nostalgici della Serenissima" dipinta dalle agenzie di stampa, benché del Carnevale Venezia sia la patria. Quella di ieri è stata una manifestazione pacifica e civile: i partecipanti non sono riusciti a invadere l'immensa piazza, è vero, ma ad unirli, oltre agli stendardi marciani, era il sollievo di riconoscersi finalmente come una comunità legata da valori un po' più solidi del mito di Garibaldi e un po' più sinceri dell'amore per il tricolore. Questo slancio vale molto più del delirio di qualsiasi folla oceanica, e, sia detto per inciso, se l'Ansa parla di cinquecento "nostalgici" è lecito immaginare ce ne fossero un paio di più.

lunedì 18 febbraio 2013

Intervista a Lodovico Pizzati

di Paolo Amighetti

Dopo quanto accaduto a Venezia urge fare il punto della situazione. Chi meglio del dottor Lodovico Pizzati, segretario di Indipendenza Veneta, può riassumere il significato della grande manifestazione di ieri, che ha visto migliaia di veneti sfilare per le calli fin davanti al palazzo del Consiglio regionale per presentare una richiesta di referendum entro l'ottobre 2013? Speriamo che quest'intervista confermi le impressioni di chi c'era e soddisfi la curiosità di chi non è potuto venire.

Dottor Pizzati, ieri Indipendenza Veneta ha radunato in piazza San Marco una vera folla di veneti decisi a sottoporre al Consiglio regionale una proposta di legge: questa prevede un referendum consultivo sul tema dell'indipendenza, da tenersi il 6 ottobre. Lei, che di Indipendenza Veneta è il segretario, che idea si è fatto sull'esito dell'iniziativa? Com'è andata ieri a Venezia?

È stata una splendida giornata, piena di entusiasmo e di felicità. Abbiamo inondato Venezia non per protestare qualcosa, ma per fare assieme un decisivo passo avanti verso la rinascita della Repubblica Veneta. È questione di mesi.

Cominciamo a
«dare i numeri»: in quanti eravate, ieri, a Venezia? Certo, il successo di una manifestazione non dipende solo dal numero dei partecipanti. Pure, deve molto alla loro affluenza. L'Ansa stima che ieri ci fosse un migliaio di veneti, altri riportano cifre molto alte: addirittura più di diecimila.

La confusione sui numeri risulta dalla conta fatta in campo della Salute, di fronte al Consiglio regionale, dove raccoglievamo le sottoscrizioni alla legge referendaria che abbiamo presentato. Molti firmatari tornavano a casa quando ancora arrivava gente a fiumi da tutte le calli. Abbiamo postato un video dell'intero corteo dove tutti possono contare i numeri effettivi. Eravamo attorno ai diecimila partecipanti.


venerdì 15 febbraio 2013

Veneto: referendum in vista?

di Paolo Amighetti

Sabato 16 febbraio Indipendenza Veneta presenterà una proposta di legge regionale per l'indizione di un referendum per l'autodeterminazione. Niente di definitivo, per ora: il referendum, da tenersi forse il 6 ottobre, sarebbe di tipo consultivo. Aiuterebbe a capire quale sia a questo proposito l'orientamento dei veneti, nulla di più: se desiderano cioè restare entro i confini dello Stato italiano, o se preferiscono arrangiarsi e costituire una nuova Repubblica veneta indipendente. Rispetto a quanto deliberato lo scorso 28 novembre, quando venne accolta la risoluzione 44 che ribadisce «il diritto del popolo veneto alla compiuta attuazione della propria autodeterminazione», il gesto di sabato rappresenta un passo avanti. Del tutto in linea con lo spirito della risoluzione, beninteso. L'opinione diffusa è che sia giusto e legittimo lasciare la parola ai cittadini: anche i partiti contrari all'indipendenza, lo scorso 12 febbraio, hanno sottolineato «l'importanza di interpellare i cittadini su questi temi, nel rispetto di una democrazia diretta»*. Questi sono segnali positivi: più che l'avvicinarsi dell'indipendenza del Veneto, infatti, conta il sempre più diffuso riconoscimento del diritto dei cittadini a decidere del proprio futuro. Il dret a decidir che i catalani stanno conquistando in questi mesi, insomma, sta assumendo un peso determinante nelle rivendicazioni dei cittadini veneti. Arrivare ad un referendum, anche solo consultivo, sarebbe una vittoria del principio di autodeterminazione, prima che della maggioranza dei veneti favorevoli all'indipendenza. E come reagiranno le istituzioni quando gli umori separatisti dei veneti prenderanno corpo e diventeranno numeri percentuali? 

*http://indipendenzaveneta.net/cari-consiglieri-regionali/

martedì 12 febbraio 2013

Il consenso smuove le montagne. Sottoscrivete la dichiarazione di libertà dei veneti

di Redazione





Il 28 novembre scorso è stata approvata dal Consiglio regionale veneto la risoluzione 44, che afferma

«il diritto del popolo veneto alla compiuta attuazione della propria autodeterminazione»: poche ore fa è stato presentato il «manifesto per la libertà del Veneto», già sottoscritto da studiosi illustri quali Marco Bassani, Hans-Hermann Hoppe, Pascal Salin, Donald W. Livingston, Ralph Raico, Xavier Sala-i-Martin e Carlo Lottieri. La risoluzione 44 non può finire dall'oggi al domani nel dimenticatoio. La questione veneta è ormai aperta: è necessario che tutti ne prendano atto, ne vengano a conoscenza. I media italiani non danno alcun risalto a ciò che accade in Veneto: ma c'era d'aspettarselo. Bisogna però che alle parole dette e stampate seguano i fatti, perché le istituzioni riconoscano e rispettino il diritto inalienabile del popolo veneto a decidere del proprio futuro. Il manifesto per la libertà del Veneto e la risoluzione sono in rete sul sito http://www.risoluzione44.org/*, che riporta in quattro lingue il testo della dichiarazione e offre la possibilità a chiunque di sottoscriverla. Vi invitiamo ad imitare la sessantina di persone che già hanno firmato: solo dal consenso può nascere un Veneto indipendente. Non siete veneti? Sosteneteli nel loro cammino verso l'indipendenza. Libero il Veneto, liberi tutti.

*In collaborazione con Diritto di Voto

martedì 6 novembre 2012

L'assemblea dei volenterosi di Diritto di Voto


Sabato 10 novembre, l'associazione Diritto di Voto organizza in quel di Brescia un nuovo appuntamento: è l'«assemblea dei volonterosi».
Gli epicentri del subbuglio europeo li conosciamo: sono Venezia e Barcellona. Devono avere la possibilità di decidere del proprio futuro.
Cosa fare per dar loro una mano, e come farlo in concreto? Su questo si cercherà di fare il punto. Il raduno si terrà in via della Maggia 3, presso la Cascina Maggia.

giovedì 1 novembre 2012

The Liberty Bell: febbre di libertà

di Paolo Amighetti

Un altro mese è passato: nonostante le difficoltà e gli impegni, la redazione continua la sua attività con una buona costanza. Gli spunti non mancano: tira un'aria di «contro-risorgimento», in Veneto come in Catalogna, nei Paesi Baschi come in Scozia. Ammettiamolo: un ottobre del genere non ce l'aspettavamo. Quel che è successo lo scorso mese va oltre le più rosee aspettative di molti di noi.
Il 15 ottobre il first minister scozzese Alex Salmond e il prime minister britannico David Cameron si sono accordati in merito al referendum che permetterà ad Edimburgo di salutare Londra: si terrà nel 2014.
In Spagna l'atmosfera è caliente. Madrid e Barcellona si guardano più in cagnesco che mai, e stavolta Ronaldo e Messi non c'entrano: i catalani premono per l'indipendenza, e dato che il 25 novembre si voterà, c'è da aspettarsi un trionfo degli indipendentisti. Tra l'altro, il 21 ottobre i baschi hanno votato compatti i separatisti. Addio Spagna? Ne riparleremo.
Meno di tre settimane fa, Gallio ha ospitato un importante convegno organizzato dall'associazione Diritto di Voto: il tema era l'indipendenza del Veneto. Per la Serenissima la strada è in salita, ma quello che conta in queste cose è fare il primo passo. A Venezia il dibattito sulla secessione è tornato di scottante attualità, e i libertari hanno drizzato le antenne. Non è un caso che il reportage del convegno apparso su The Road to Liberty e sul sito di Diritto di Voto abbia suscitato forte interesse: i conflitti tra centro e periferia emersi con prepotenza negli ultimi tempi alimentano prospettive potenzialmente rivoluzionarie, e siamo solo all'inizio. Sale la febbre dell'indipendentismo, che è una febbre di libertà. Oggi il termometro segna, poniamo, 37 e mezzo: e domani?

sabato 27 ottobre 2012

Libertà (in)costituzionali

di Paolo Amighetti



L'unità italiana è intoccabile, lo dice la Costituzione. L'articolo 5 non lascia dubbi: la repubblica è una e indivisibile. Non si può lacerare lo stivale: i secessionisti dovrebbero mettersi il cuore in pace. Eppure l'indipendentismo gode in Veneto di un crescente consenso; movimenti come Veneto Stato e Indipendenza Veneta stanno catturando l'interesse della società civile, e all'estero già si discute su come si evolverà la situazione nei prossimi mesi. Le ventimila firme a favore di un referendum per l'indipendenza del Veneto non sono uno scherzo; e non si dovrebbe far spallucce dei 42 consiglieri regionali su 60 che desiderano indire una seduta straordinaria per discutere di indipendenza.

lunedì 15 ottobre 2012

Gallio: prove di «contro-risorgimento» (parte seconda)

di Damiano Mondini
Ante meridiem. La mattinata è stata un sostanziale tour de force nel mondo libertario e indipendentista, una realtà grondante di fascino. Con tre compagni di viaggio d’eccellenza, i prufesùr Carlo Lottieri, Luigi Marco Bassani e Alessandro Vitale. Conclude un intervento, ad avviso di chi scrive, deludente e fuori luogo di Oscar Giannino. Sale l’aspettativa per la sessione pomeridiana.
Post meridiem. Alla “tavola rotonda” pomeridiana siedono cinque professori universitari degni della miglior nota: il già citato Lottieri dell’Università di Siena, Daniele Velo Delbrenta dell’Università di Verona, Alberto Berardi dell’Università di Padova, Andrea Favaro dello Studium Generale Marcianum di Venezia e Paolo Bernardini dell’Università dell’Insubria di Como. Il simposio si ripropone di riflettere sui temi dell’indipendenza – del resto, la pietra d’angolo della giornata -, della Costituzione, dello Stato, del diritto e della libertà. Un obiettivo dunque ambizioso, ma che nondimeno è stato indubbiamente raggiunto, superando persino le aspettative dell’uditorio.


domenica 14 ottobre 2012

Gallio: prove di «contro-risorgimento» (parte prima)

di Paolo Amighetti

Per discutere di indipendenza e autodeterminazione non c'è posto migliore dell'altopiano di Asiago: per cinquecento anni questi monti a ridosso della Mitteleuropa hanno ospitato infatti la Spettabile Reggenza dei Sette Comuni, federazione pacifica e del tutto autonoma che solo Napoleone, all'inizio dell'Ottocento, si risolse a spazzar via. Con buona pace del gran museo a cielo aperto che ricorda il dramma della guerra bianca del 1915-1918, condotta per «liberare» le terre irredente, ieri s'è parlato di come dare avvio al contro-risorgimento italiano: di come il Veneto potrebbe salutare l'Italia, imitando la Catalogna, sempre più lontana da Madrid, e la Scozia, alla quale basta aspettare il referendum del 2014.

sabato 15 settembre 2012

Par tera, par mar: San Marco!

di Paolo Amighetti

Il Veneto è sottosopra. Il 22 maggio Lodovico Pizzati ha presentato al governatore Luca Zaia ventimila firme a sostegno di una petizione popolare per l'indipendenza: dopo aver esaminato la questione, il dirigente leghista ha «passato la palla», come si suol dire, al consiglio regionale. Che non ha esitato a definire inaccettabile la richiesta di un referendum separatista, rispettando le aspettative degli indipedentisti più scettici. Ovvio, il pretesto è ancora l'incostituzionalità. L'articolo 5 parla chiaro, e il suo monito stanco recita: «la Repubblica è una e indivisibile». Niente di nuovo, d'accordo.

Bisogna però rendersi conto di una cosa. Venezia, città straordinaria con più di mille anni di storia alle spalle, non ha dimenticato né la sua lingua (in Veneto si parla veneto: in Lombardia, per esempio, si parla l'italiano), né la sua vocazione europea.