Leonardo Facco è uno dei più accesi nemici dello Stato ladro. La sua battaglia ha avuto inizio molti anni fa: all'epoca i libertari si contavano sulle dita di una mano. Pur di delegittimare i padroni del fumo, ha seguito svariate strategie e sfruttato i mezzi più disparati. Negli anni Novanta, quando la secessione sembrava imminente, è stato redattore de La Padania; in occasione delle elezioni padane del 1997 ha contribuito all'allestimento di Padania Liberale e Libertaria; ha diretto dal 1998 al 2011 la prima rivista libertaria in Italia, Enclave; ha dato vita alla Leonardo Facco Editore, casa editrice impegnata nella divulgazione di molti autori liberali e libertarian; ha fondato nel 2007 il Movimento Libertario, che sfida apertamente la regolamentazione sugli OGM e il sostituto d'imposta a fianco di imprenditori coraggiosi come Giorgio Fidenato; ha scritto libri taglienti e documentati come Elogio dell'evasore fiscale, Umberto Magno e Elogio dell'antipolitica; ha calcato i palcoscenici ribadendo che le tasse sono un furto con lo spettacolo Le tasse sono una cosa bellissima (così ci dicono); nel gennaio del 2012 ha dato un contributo decisivo alla fondazione del giornale online L'Indipendenza, che difende ad oltranza il diritto delle comunità all'autodeterminazione. Pochi mesi orsono, colpo di scena: ha annunciato che parteciperà alle elezioni del 24 e 25 febbraio assieme ad un manipolo di fedelissimi, anche se non si candiderà personalmente. Il nome del nuovo partito è tutto un programma: Forza Evasori. Il candidato premier sarà Giorgio Fidenato. Incuriosita, la redazione ha insistito per saperne di più.
Risposta: Intanto, chiarisco che io non «scendo in campo», non mi candido e non mi candiderò mai. Vediamo, dunque, di capire perché Forza Evasori. I motivi sono essenzialmente due:
1- Da almeno un paio di anni, ci sono persone ed amici che – sulla scorta della visibilità ottenuta dal Movimento Libertario – mi chiedono: «Perché non facciamo un partito politico?» Ho sempre risposto loro che, in questo paese, non è attraverso la partecipazione alle elezioni che si cambierà qualcosa. Inoltre, ho spiegato loro che entrare in politica in Italia significa avere molti soldi a disposizione, avere militanti che abbiano parecchia voglia di impegnarsi (e di solito lo fanno se ambiscono ad una carriera in tal senso), avere la consapevolezza di confrontarsi col sistema «ad excludendum» studiato dalla casta, ed avere infine tempo da investire, perché la politica, qui da noi, diventa sempre una professione.
2- Da almeno un paio di mesi prima che fosse annunciata la nascita di «Fermare il Declino», io e Giorgio Fidenato abbiamo contattato Giannino per dirgli quanto segue: «Se farai un partito che rispecchierà quel che dici in Radio, ovvero Stato Ladro, il Movimento Libertario è disposto a darti una mano e a sostenerti. Quando vuoi parliamone.» Non ci ha mai risposto. Poco male. Quando, però, abbiamo verificato cosa fosse Fid, soprattutto quei dieci punti del loro programma che qualcuno definiva iperliberista, allora abbiamo provocatoriamente lanciato Forza Evasori-Stato Ladro, con questo motto: «Se proprio devono dirmi che sono un liberista, un turbo-capitalista o cazzate del genere, tanto vale presentare un programma che per davvero sia tale.» Ed è nato il nostro «Pentalogo», è nato il simbolo, è nato un gruppo di fondatori e sostenitori. Nulla di organizzato stabilmente e gerarchicamente. Ora, il 26 gennaio, a Bologna, daremo vita alla prima assemblea, quella fondativa, e lì vedremo quale sarà il destino di questo partito sui generis.
D: Molti libertari pensano che sia inutile o soltanto dannoso impegnarsi anima e corpo in politica: certo, credono che si debba ingaggiare un Kulturkampf a difesa della libertà e del libero mercato, ma preferiscono non spingersi oltre. Come giudichi questa posizione?
R: La considero la mia, concordo appieno. Io rimango ancorato all’insegnamento di Sergio Ricossa, che sosteneva che un libertario che entra in politica è una contraddizione in termini. Non a caso, insieme a Giorgio Fidenato, ho fondato il Movimento Libertario, che è un movimento politico nato per divulgare idee libertarie, soprattutto attraverso azioni di disobbedienza nei confronti dello Stato e delle sue leggi coercitive. Oltre a questo, abbiamo organizzato seminari vari, Interlibertarians ed altre iniziative politiche importanti, ma non partitiche. Così abbiamo fatto sino ad oggi. Per il sottoscritto, peraltro, quella di Forza Evasori è una parentesi e non mi candiderò di sicuro. Io mi impegnerò al massimo, come sempre, in questa fase iniziale, ma a Bologna – se davvero si uscirà con l’idea che un partito libertario (miniarchico) che concorra alle elezioni – dovrà uscire una nuovo gruppo di dirigenti ed una organizzazione funzionale, dovrà essere approvato uno Statuto, una piattaforma programmatica ed altre poche regole, ma certe.
D: Il programma di Forza Evasori è netto: niente compromessi né sfumature. Volete «tutto e subito». Vi rendete conto che l'elettore medio è pronto a scandalizzarsi per un taglio minimo della spesa pubblica o del numero dei dipendenti statali? Voi, infischiandovene, proclamate di voler «ridurre al minimo il peso dello Stato, i suoi costi, il suo ruolo e l'ingerenza del governo nella società». Un simile radicalismo non comporta grossi rischi in termini di consenso elettorale?
R: Beh, «sporcarsi le mani» con il sistema politico-partitico italiano è un conto, ma abiurare alle proprie idee originali è un altro. Del resto, Forza Evasori nasce proprio perché se mi devo sentir definire in modo insultante (per colpa di una cialtronesca cultura italiana) quale «turbo-capitalista» o «neo-liberista», allora presentiamo un programma coerentemente liberale, dove allo Stato si tagliano per davvero le unghie, alla faccia di ridicoli decaloghi all’acqua di rose che oggi vengono erroneamente definiti mercatisti, ma che sarebbero invisi persino ai liberaldemocratici svedesi. Il consenso? Non è tutto il consenso e, a dirla tutta, con Forza Evasori stiamo ottenendo il risultato primo di cui mi chiedevi sopra, stiamo divulgando idee e proposte realizzabili che profumano per davvero di antistatalismo.
D: Questa candidatura è una sfida plateale all'arroganza della «classe digerente» italiana, che crede di poter fare e disfare i destini della penisola alle spalle dei contribuenti. La provocazione di Forza Evasori è soltanto una sorta di «grillismo libertarian», o c'è dell'altro?
R: Sì, corretto! Noi non siamo succubi dell’alterigia e della sfrontatezza menzognera della casta. Magari riuscissimo a diventare una sorta di «grillismo libertarian», quantomeno in termini di visibilità e capacità aggregative. Se ci sarà dell’altro, oppure no, lo decideremo a Bologna, dove è nato il primo gruppo di Forza Evasori.
D: Il tuo intento è castigare sia i burocrati che la classe politica di destra, centro e sinistra: ma con Forza Evasori non hai voluto tirare le orecchie anche a liste concorrenti moderate come Fare per Fermare il Declino? Sulla pagina Facebook del partito si legge che «Forza Evasori nasce per mettere fine all’ipocrisia italiana di chi spende inutilmente il termine "liberale"».
R: Si, non lo nascondo. Giannino (al quale avevamo dato fiducia ben prima che presentasse Fid, senza ottenere nemmeno una risposta, del resto il suo scopo era allearsi con Montezemolo a quanto si è capito) e il suo partito (stendo un velo su altri fondatori di Fid, alcuni dei quali conosco da molti anni, avendo professionalmente collaborato con loro), sono per il sottoscritto, una delusione. Forza Evasori nasce proprio per prendere le distanze – politiche si intende - da persone che si definiscono libertarian e/o urlano Stato Ladro in Radio e poi chiedono di veder legittimato il loro liberalismo da Ichino, da Renzi, da Nicola Rossi. Sono intellettualmente succubi al mainstream culturale italiano, che sappiamo essere in mano agli ex e/o post comunisti. Ai socialisti insomma.
D: Nel 2007 hai fondato il Movimento Libertario, che si è fatto conoscere per alcune iniziative come la battaglia per il mais OGM e quella contro il sostituto d'imposta. Perché non scendere in campo con quella collaudata formazione? Perché fondare un movimento nuovo di zecca?
R: Perché, come ho risposto poc'anzi, il Movimento Libertario è nato per fare altro, per combattere lo Stato con azioni che lascino un segno nel solco della disobbedienza, non per competere elettoralmente. Solo una settimana fa, abbiamo compartecipato alla nascita dell’iniziativa in difesa del contante libero insieme agli amici di Rischio Calcolato, Mercato Libero, Roberto Gorini ed altre decine di blog e siti.
D: Tra poco più di un mese si va alle urne. Ma per essere presenti sulle schede è necessario raccogliere migliaia di firme: il processo è laborioso. Pensi sia possibile riuscire nell'impresa ed essere in corsa il 24 e il 25 febbraio? In che aree provate a presentarvi?
R: Non so se sarà possibile, temo fortemente, non avendo ad oggi una vera organizzazione. Intanto presentiamo il simbolo al Viminale, lo abbiamo fatto proprio stamattina, e vediamo che succede. Quel che accadrà poi, lo comunicheremo, anche sul sito internet di Forza Evasori, che prima di Bologna sarà online.
D: Il vostro scopo è veramente rivoluzionario. Promettete agli elettori: «Forza Evasori non si pone l'obiettivo di governarvi, ma di mettervi in condizione di governarvi da soli, riappropriandovi del vostro tempo, del frutto del vostro lavoro e delle vostre capacità». Un simile proposito non può, non deve spegnersi dopo il 24-25 febbraio. Quale futuro per Forza Evasori dopo queste elezioni?
R: Una promessa che connota lo spirito di chi ha a cuore la libertà individuale, quella d’intrapresa, la libertà di scelta di ciascun individuo, che volontariamente coopera e interagisce con altri individui. Se Forza Evasori avrà un futuro, la promessa di cui sopra non verrà sicuramente meno.
Ciao, e grazie del tempo che ci hai dedicato.
Alcune cose mi sfuggono. "Forza Evasori" dice essere una forza politica libertaria e poi è però è miniarchico, e quindi - se ho capito bene - ammette tasse e regolazione statale (sebbene molto più ridotte rispetto a ora). Se si critica giustamente - a partire da una piattaforma ideologica "purista" e veramente libertarian - il movimento di Giannino (ed è giusto farlo!!!), allora perché sposare una posizione ancora un poco statalista che continua ad accettare la legittimità delle tasse? In secondo luogo, Facco dice che lui non si candida perché un libertario non si candida, ma che lui organizza un partito e che Giorgio Fidenato invece si candida... Non è contraddittorio? E poi: che risultati concreti si vogliono ottenere? Qui la casa brucia. Insomma, tutto crolla, bisogna individuare una strada politica realistica, usare la forza libertaria per incamminarsi verso qualcosa di migliore, e anche bisogna uscire da una politica che si accontenta di comparire alla TV, facendo qualche exploit più o meno clamoroso ma senza seguito. Non è più tempo di giochini. Sono molto molto perplesso, e mi dispiace.
RispondiEliminaTotalmente contraddittorio comunque non mi sembra.
RispondiEliminaInnanzitutto il libertarismo include al suo interno anche il miniarchismo.
Quanto all'accusa di "non purezza" per aver fondato un partito è bene ricordare che negli USA Murray Rothbard fu tra i fondatori del Libertarian Party, nel quale fu attivo negli anni '70 ed '80.
Non solo, lo stesso Libertarian Party si è fatto portatore di istanze libertarie anche miniarchiche, oltretutto diventando col tempo sempre meno settario.
Quanto al migliore uso delle risorse non saprei cosa aggiungere non conoscendo effettivamente i costi, in termini di denaro e tempo, dell'operazione e non avendone ancora visione piena degli effetti.
Tommaso Cabrini
Per parte mia, questa mi pare una polemica francamente pretestuosa e invero parecchio infruttuosa. L'unica cosa di cui proprio non si può accusare Forza Evasori è di non essere "abbastanza estremista". Come dice giustamente lo stesso Anonimo, "qui la casa brucia". Ebbene, dunque non c'è proprio tempo da perdere nell'italica pratica del quaquaraqua.
RispondiEliminaCon sincero affetto,
Damiano Mondini