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martedì 11 dicembre 2012

La secessione è un diritto?


Di David Gordon (traduzione di Tommaso Cabrini)
Grant sconfisse Lee, la Confederazione si sbriciolò, e l’idea di secessione scomparve per sempre, o perlomeno questo è quanto l’opinione comune dice. La secessione non è storicamente irrilevante, semmai, al contrario, l’argomento è parte integrante del liberalismo classico. Anzi, il diritto di secessione deriva a sua volta dai diritti difesi dal liberalismo classico. Come persino gli alunni di Macaulay sanno, il liberalismo classico inizia con il principio di auto-proprietà: ognuno è proprietario del proprio corpo. Inoltre, secondo i liberali classici, da Locke a Rothbard, esiste il diritto di appropriarsi della “cosa di nessuno”.
In questa visione lo Stato occupa un ruolo rigorosamente secondario, questi esiste solamente per proteggere i diritti che gli individui possiedono indipendentemente da esso, e non rappresenta la fonte di tali diritti. Come scrive la Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti: “per assicurare tali diritti [alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità], sono stati istituiti tra gli uomini gli stati, derivando i loro legittimi poteri dal consenso dei governati."
Ma cos’ha tutto questo a che fare con la secessione? La connessione è ovvia: se lo Stato non protegge i diritti degli individui allora gli individui possono interrompere la loro fedeltà verso lo Stato, ed una forma che questa interruzione può prendere è la secessione: un gruppo è in grado di rinunciare alla lealtà verso il proprio Stato e formarne uno nuovo. (Non si tratta, ovviamente, dell’unica forma possibile: una fazione può rovesciare il governo invece di ripudiare la sua autorità su di essi.)

martedì 13 novembre 2012

Diritto di Voto, breve resoconto di sabato 10

di Tommaso Cabrini



Brescia, 10 novembre 2012: i volenterosi di Diritto di Voto si sono riuniti presso la cascina Maggia. L’obiettivo dell’assemblea era molto pratico: trovare modalità per rendere in futuro possibile l’espressione della volontà popolare su numerosi temi di importanza cruciale.
Sebbene si sia accennato a tematiche come referendum fiscali o sui matrimoni omosessuali, ci si è concentrati sulla possibilità di lasciare decidere alla popolazione i confini entro i quali vivere.
L’attenzione del dibattito, infatti, è stata attratta principalmente dalla Catalunya che chiede di potersi esprimere democraticamente in merito al continuum dell’unione con la Spagna.
L’assemblea, solidale con la richiesta catalana, ha deciso di dare il via all'impostazione del sito multilingue FreeCatalonia, con l’obiettivo di renderlo un punto di incontro e discussione internazionale sull’argomento, inoltre, sempre con la mente rivolta alla Catalunya, è stata stilata una bozza di mozione di solidarietà da proporre ai vari consigli regionali, provinciali e comunali.