Da studenti (non
pretendiamo di essere denominati nemmeno studiosi) di economia austriaca non ci
interessa studiare con grandi formule matematiche l’economia nel suo complesso,
azione che non si rivelerebbe altro che una pretesa di conoscenza.
Per questo mi è sembrato
interessante proporre un articolo, scritto dagli autori dei libri Freakonomics
e SuperFreakonomics, che studia l’azione umana, riducendo al minimo le
presunzioni e focalizzandosi sulle scelte dei singoli individui. Con questo
pezzo non si intende fare nulla di più che uno spaccato di un settore molto
particolare, il no profit.
Naturalmente, come è
loro solito, Dubner e Levitt non approcciano in modo tradizionale e banale il
problema ma osservano come i metodi tradizionali non si rivelino sempre i
migliori.
In particolare in questo
articolo viene mostrata l’importanza della concorrenza come motore di sviluppo
dell’innovazione. Tramite la concorrenza si possono non solo sviluppare modi
diversi per approcciare ad un problema ma anche avere risposte su quali
modalità risultino più efficienti e più efficaci.
Altro tema importante
sono gli incentivi: le persone rispondono agli incentivi ed agiscono di
conseguenza, se gli stimoli che si offrono sono sbagliati o mal calibrati i
frutti non arriveranno, oppure saranno risultati opposti a quelli voluti.
Il concetto più
importante però compare perfino nel titolo; il profitto, viene ripetuto in
Italia, è una cosa quasi sempre negativa, che non porta alcun bene alla società
nel suo complesso, al massimo (come sostiene anche la costituzione) può essere
distruttivo del “utilità sociale”. Ora tramite lo scritto di Levitt e Dubner il
profitto assume una valenza totalmente diversa, la sua vera valenza, cioè di
incentivo ad agire e di conferma di raggiungimento dei risultati prefissati.
Naturalmente parliamo di
esempi rigorosamente privati, qui il profitto privato è l’incentivo ad agire
filantropicamente, in concorrenza con altre organizzazioni che si pongono gli
stessi fini ma con mezzi e strutture differenti, dove l’utile (la bottom-line del titolo originale)
rappresenta chi ha successo nel raggiungere gli scopi.
In futuro ho intenzione
di proporre altre traduzioni degli stessi autori, spero quindi risulti
interessante quanto presentato oggi.