sabato 5 luglio 2014

Intervista a Vito Foschi autore del libro "Piccolo Manuale della Libertà"


di Luigi Angotzi



Qualche mese fa è uscito sul mercato un libro dal titolo "Piccolo Manuale della Libertà" ad opera di Vito Foschi per Leomedia editore.
( link al download http://www.lionmedia.it/shop/?prodotto=piccolo-manuale-della-liberta )
Incuriosito, sono andato sul sito dell'editore e ne ho scaricato la versione PDF, da subito mi sono accorto che in realtà è un "grande" manuale perché espone in modo chiaro le principali tematiche liberali/libertarie con tanti esempi e di conseguenza la lettura ne risulta scorrevole sia per i più giovani che si avvicinano a questi argomenti sia per chi giovane non lo è più e vuole lo stesso approfondire queste tesi.

Il libro è strutturato in modo da affrontare i più svariati argomenti offrendo sempre una chiave di lettura agevole per il lettore e dandogli informazioni utili per conoscere cosa e come operi il pensiero liberale/libertario e mettendolo in guardia da come questo viene distorto a favore di tesi Stataliste. Il Manuale infatti dimostra con rigore scientifico tutti gli artifici posti in essere nel tempo dagli "avversari" della libertà per mettere questi pensieri in cattiva luce ed indottrinare i consociati con argomentazioni socialiste frutto di imbrogli ed ignoranza diffusa.

Alla stesura dell'opera ha contribuito anche Giacomo Zucco scrivendone l'introduzione.

Di seguito troverete le risposte alle domande che ho posto all'autore del libro Vito Foschi.

Buona lettura!

1) Il titolo del libro riprende la parola "manuale" (come nei vari testi universitari), ritieni che di questi tempi fosse necessario una trattazione specifica all’uso e alla conoscenza della libertà?
La scelta di un titolo di un libro è sempre un po’ difficile, ma l’utilizzo della parola "manuale" intende dare un’indicazione sullo scopo del testo, che vuole essere un agile prontuario sul tema della libertà. Tema sconosciuto ai più e di cui ritengo fosse più che necessaria una trattazione specifica e alla portata di tutti.

2) Lo stile del libro è di facile comprensione e risulta essere molto scorrevole da leggere al contrario dei testi con argomentazioni socialiste/comuniste, questa scelta è voluta?

Sì la scelta di un stile di facile comprensione è voluta, perché la mia speranza è quella di avvicinare ai temi liberali e libertari un pubblico di non specialisti. Esistono libri eccezionali di autori come Rothbard e Friedman per citarne solo un paio, ma rimangono testi per lettori con almeno un minimo di interesse per la politica. Il mio libro cerca di portare certi temi a chi non leggerebbe mai un testo di politica.

3) In un capitolo del manuale ("La libertà contro l’illusione") con vari esempi smonti le tesi stataliste, pensi che per chi divulghi le tematiche liberali, l’unico comportamento permesso sia quello che porti alla conoscenza della verità?

I vari socialismi sono una gigantesca illusione parareligiosa basati sull’inganno e sul fraintendimento in parte voluto e in parte no della realtà. Per chi si batte per la libertà, la conoscenza e la diffusione della verità non è solo una questione di onestà intellettuale, ma l’essenza stessa della battaglia della libertà. Quando ci si scontra con tesi stataliste, non ci si scontra solo con artifici retorici, come il bene comune, la giustizia sociale, parole vuote che non significano nulla, ma inevitabilmente ci si trova a dover smontare illusioni e veri propri inganni. Illusioni che fanno leva sulle paure e i bisogni primari dell’uomo e per questo piuttosto ostinate da dissolvere. Per certuni è più comodo coltivare un’illusione, e in alcuni casi ben sapendo che è tale, piuttosto che affrontare la realtà. Il potere per mantenersi saldo ha bisogno di seguaci creduloni che si facciano illudere da inganni e fantasmagorie. Quando un certo Falegname della Palestina andava in giro dicendo che la Verità vi farà liberi non esprimeva solo un concetto religioso.


4) Dalla lettura si evince che la libertà non può essere sostituita con la democrazia, è davvero così? Il concetto di Stato ne viene fortemente ridimensionato, è un bene per l’individuo?
Libertà e democrazia non sono sinonimi come purtroppo comunemente si crede La democrazia è un sistema per prendere delle decisioni che obbliga la minoranza ad adeguarsi ai valori della maggioranza. Per chi è in minoranza il fatto che la decisione subita sia presa da un singolo o da un gruppo di persone poco cambia. Un sistema semplicemente democratico permette alla maggioranza di aggredire il singolo. Un sistema che tutela la libertà non può partire che dalla tutela della minoranza e ricordando Ayn Rand la minoranza più piccola, è l’individuo. Solo quando è garantita la non aggressione del singolo sia nella sua persona che nelle sue proprietà che sono un’estensione dell’individuo, si può parlare di un sistema che tutela la libertà. Per esempio, la costituzione italiana che limita la proprietà privata, non tutela l’individuo. Non solo. Si parla tanto di democrazia e poi non è possibile votare su leggi fiscali. Detto in altri termini il cittadino non può prendere decisioni sui suoi soldi, perché evidentemente le entrate dello stato sono soldi dei cittadini. Come se in un condominio non si potesse decidere sulle spese e si dovesse sottostare all’arbitrio dell’amministratore. Citando Bruno Leoni:"Quando la regola di maggioranza sostituisce senza necessità la scelta individuale, la democrazia confligge con la libertà individuale. È questo particolare tipo di democrazia che dovrebbe essere tenuto al minimo allo scopo di conservare un massimo di democrazia compatibile con la libertà individuale" Che il concetto di stato venga ridimensionato non è solo un bene per il cittadino, ma una condizione necessaria. L’attuale rapporto fra stato e individuo è un rapporto di semplice sudditanza e desacralizzare lo stato è indebolire il rapporto di sudditanza in favore di una maggiore libertà dell’individuo. Lo stato è un’invenzione moderna: l’uomo è vissuto per millenni senza e può tornare a vivere senza.

 
5) Gli eventi storici giocano a favore della vittoria della libertà, ma allora come spieghi che ovunque nel Mondo, salvo pochi casi, abbiano trionfato le tesi collettiviste?

Sicuramente tecnologia e capitalismo hanno portato ad un aumento delle possibilità umane. Oggi sono estremamente facili gli spostamenti di merci, capitali, persone e idee anche solo rispetto a 50 anni fa. Tutte queste possibilità portano come conseguenza un aumento della libertà. Basta pensare agli sforzi, spesso vani, che i regimi dispotici mettono nel bloccare Internet. O alla facilità di gestire un conto online che può essere aperto in una nazione diversa da quella in cui si risiede, così da sfuggire arequisizioni ed espropri. A fronte di questo ci sono le aumentate potenzialità di controllo dei governi. Per esempio, con la semplice abolizione del contante,si può avere il controllo totale delle spese, dei movimenti, dei gusti e anche delle idee di una persona. Non può sembrare evidente, ma tramite il controllo delle spese si possono scoprirele idee di una persona.Dall’atto più chiaro come finanziare una certa organizzazione, all’acquisto di un libro o una rivista. Altro che chip sottocutaneo.
Storicamente al trionfo delle idee collettiviste hanno concorso vari fattori dall’affermazione degli Stati nazionali, ad una propaganda secolare, dall’indottrinamento della scuola pubblica a fattori contingenti come il caso della seconda guerra mondiale dove la necessità di distinguere fra l’alleato sovietico e le potenze dell’Asse ha portato a definire nazismo e fascismo come ideologie di destra, quando si tratta di forme di socialismo nazionalista. Se pensiamo agli stati nazionali con i loro apparati pletorici è evidente una sorta di forza di inerzia che si oppone al cambiamento. Anzi, per la loro stessa sopravvivenza gli apparati pubblici, come ogni organizzazione sufficiente grande, devono ampliarsi, pena il disfacimento. La stessa rivoluzione francese abolendo i residui di diritto feudale ha eliminato ogni freno allo Stato che è rimasto l’unica organizzazione a creare diritto e farlo rispettare. Nei fatti, la rivoluzione francese ha portato a compimento il secolare lavoro dei monarchi assoluti eliminando ogni altra autorità o diritto che potesse frenare l’azione statale.A fronte di tutti questi fattori, però credo che il principale motivo del trionfo delle idee collettiviste è proprio il successo dell’economia capitalista. Il capitalismo è vittima del suo stesso trionfo. Può sembrare contro intuitivo, ma non lo è. Lo statalismo sotto le sue varie forme, nazionaliste o socialiste è un’ideologia che preserva lo status quo. Una persona che si è arricchita cosa vuole se non preservare la sua ricchezza? Ovvero sogna di conservare lo status quo. Se pensiamo all’Europa, alla sua popolazione invecchiata che gode di buoni trattamenti pensionistici e di un welfare generoso, come si puòpensare che possa aderire ad un’ideologia di libertà? Cosa gli può fregare al tipico pensionato italiano della mobilità sociale che può garantire il capitalismo? Per il pensionato l’importante è l’assegno mensile e chi se ne frega del resto. La libertà garantisce la possibilità di cambiare e sperimentare cose nuove e questo a volte può spaventare. Sia i ricchi che i vecchi non vogliono cambiare. Come afferma Arthur C. Brooks: "Dobbiamo combattere per la libertà economica, il capitalismo e la globalizzazione. E dobbiamo farlo per i più poveri ed emarginati".In Italia la situazione è ancora più grave che nel resto d’Europa. Prima il fascismo, poi i governi di centrosinistra e il più grosso partito comunista europeo hannoportato ad un predominio delle idee socialiste in Italia, tanto che anche i cosiddetti partiti di centrodestra sono statalisti.

6) La sottrazione di ricchezza non autorizzata viene percepita come una ingiustizia sia che avvenga per opera del privato, sia che avvenga per opera dello Stato tramite tasse secondo le tesi del Tea Party, a tal proposito che ruolo gioca questo movimento nello scontro "privato" VS "pubblico" ?

Il Tea Party Italia si batte per la riduzione del perimetro dello stato chiedendo meno tasse, meno spesa, meno burocrazia, privatizzazioni e liberalizzazioni e cercando di far attecchire le idee di libertà nella coscienza degli italiani ammorbati dalle idee socialiste. Al contrario di altri movimenti o partiti esprime una posizione coerente perché a fronte di una richiesta di una riduzione delle tasse, chiede una riduzione delle spese e in genere dell’invadenza statale. L’azione del Tea Party Italia si esplica sia sul fronte politico, che su quello culturale con iniziative di vario genere. Da un lato ci sono le iniziative come la richiesta alle amministrazioni comunali di applicar l’aliquota più bassa dell’IMU o il pledge, che su modello americano è un contratto che vincola l’eletto a non votare nessun aumento di tasse e di spesa; dall’altro lato, eventi, da quelli più informali come aperitivi e cene a quelli più tradizionali come presentazioni di libri e conferenze per diffondere i temi della libertà. Il Tea Party Italia svolge anche un ruolo di raccordo fra gruppi, iniziative e singoli sparsi lungo la penisola.

7) Nel libro fai cenno a soluzioni offerte dalla rete internet in favore di una maggiore libertà, a tuo parere il progetto Bitcoin (moneta creata da privati non gestibile dallo Stato) può essere a pieno titolo una di queste?

Credo proprio di sì. Il potere degli stati si basa principalmente sul monopolio della violenza su un determinato territorio, ma una grossa mano gli viene dal monopolio della moneta che permette di tassare in maniera occulta tramite l’inflazione. Se si sottraesse il monopolio della moneta allo stato, non sarebbero possibili le manipolazioni finanziarie per sostenere i debiti pubblici e finalmente gli stati sarebbero costretti a ridimensionare le spese, pena il fallimento. Non dimentichiamo che l’attuale crisi finanziaria nasce dalle politiche espansionistiche della FED che con bassi di interesse ha tenuto su i corsi azionari e immobiliari e dalle politiche sui mutui facili del governo statunitense; il tutto incentivando le banche ad assumere rischi eccessivi.




Nessun commento:

Posta un commento