lunedì 5 novembre 2012

Paul Ryan, il vice di Romney

di Luca Fusari (pubblicato su Radicalweb)

Paul Ryan: Il “riformatore” del sistema
Paul Davis Ryan è nato nel 1970 a Janesville, in Wisconsin da una famiglia di origini irlandesi;  quartogenito di Paul e Betty Ryan,  da generazioni i Ryan si occupano della costruzione di strade e oggi la Ryan Inc, fondata nel 1884 dal bisnonno, è una società affermata a livello nazionale.
A differenza di Romney, non ha mai fatto mistero sulla sua ricchezza personale che si aggira fra i 927mila e i 3,2 milioni di dollari.
Paul Ryan e la moglie Janna hanno pagato il 20% di tasse nel 2011 e il 15,9% nel 2010, pari a 64.764 dollari in tasse federali, su un reddito lordo di 323.416 dollari; nel 2010, 34.233 dollari su 215.417 dollari dichiarati secondo quanto risulta dalle dichiarazioni dei redditi pubblicate sul sito della campagna elettorale del Grand Old Party.


domenica 4 novembre 2012

Lombardi, che fare?

di Paolo Amighetti

All'epoca di Twitter e Facebook, idee e notizie fanno il giro del mondo in pochi secondi; a maggior ragione, nel piccolo mondo coraggioso dell'indipendentismo basta un articolo per accendere vivi dibattiti. In queste ore si sta discutendo attorno alla proposta di Paolo Luca Bernardini apparsa recentemente su L'Indipendenza: che i movimenti separatisti lombardi, come Pro Lombardia Indipendenza e Domà Nunch, formino compatti un cartello, «Indipendenza Lombarda», che prema per il referendum sui confini. La modalità sarebbe quella già sperimentata dai veneti: il raccoglimento di un numero adeguato di firme, da consegnare al presidente della regione perché il Pirellone prenda atto della questione dell'indipendenza.

sabato 3 novembre 2012

Quando c'era lui... caro lei!

di Paolo Amighetti

Lo scorso 28 ottobre, alcuni nostalgici del duce si sono dati convegno a Predappio per celebrare il novantesimo anniversario della marcia su Roma. Una lugubre carnevalata, niente di più: camicie nere, fez, saluti romani e stendardi al vento. Reso omaggio al fondatore dell'impero, i fascisti hanno fatto fagotto per tornarsene a casa. Potevano impiegare meglio il loro tempo, d'accordo: ma come giustificare l'accanimento degli «oltranzisti» della Costituzione, secondo i quali la polizia avrebbe fatto bene a disperdere i convenuti? La loro colpa sarebbe l'apologia di fascismo, che l'ordinamento italiano considera reato.
In effetti, nel 1948, all'indomani della guerra mondiale e della guerra civile, i costituenti si adoperarono al fine di prevenire qualsiasi resurrezione del movimento mussoliniano: vietarono così la ricostituzione del disciolto partito fascista e confezionarono il reato di «apologia del fascismo». Siamo alle solite: un muro di carta impedisce agli individui l'esercizio dei diritti naturali.

venerdì 2 novembre 2012

Catastrofi naturali e responsabilità individuale



di Miki Biasi

Tutti rimaniamo impressionati dai disastri che sono capaci di generare le forze della natura. Alcuni, addirittura, arrivano a sostenere che se l’uomo fosse rimasto al suo posto, se non avesse manipolato la natura (la quale, in questa visione, gli si ritorce contro), insomma, se l’uomo non si fosse incamminato lungo la strada di quella che è stata chiamatà “civiltà occidentale”, non ci sarebbero stati questi disastri.
Tuttavia, come sappiamo, se l’uomo ha manipolato la natura, lo ha fatto anche con il precipuo motivo di difendersi da alcune sue manifestazioni che (egli stesso, l’uomo) percepiva come dannose: ha costruito case per difendersi dalle intemperie e dal gelo, argini contro la furia di fiumi in piena, sotterranei contro alcuni eventi atmosferici, case antisismiche, sistemi di prevenzione degli incendi e delle frane ecc. Insomma la natura, per certi aspetti, è sempre stata un problema, non lo è mica diventato ad un certo punto.