giovedì 28 febbraio 2013

Se Grillo è il nuovo, ridateci il vecchio!

di Paolo Amighetti

Ha vinto Grillo. Ora che il suo movimento è l'ago della bilancia della politica italiana, gli auguriamo che sappia trasformare in fatti le promesse: che, dopo aver messo al tappeto la Casta, la seppellisca e buonanotte suonatori. Questo è pressappoco quello che scriverei se il recentissimo, strabiliante successo dei grillini lasciasse sperare in una ristrutturazione (e non in una riverniciatura) del sistema politico. Purtroppo, la sensazione prevalente è di essere passati dalla padella alla brace. Straordinario. Possibile che ci tocchi rimpiangere i teatranti sul viale del tramonto? Berlusconi, Bersani, Fini, Casini: tutti sono stati più o meno ridimensionati da queste elezioni. Con loro muoiono gli ultimi vent'anni di storia italiana. La loro, ormai, è la vecchia politica. La nuova è quella che si fa nelle piazze e sul blog di Beppe Grillo, dove si dà sfogo agli umori più neri dell'invidia sociale, del delirio ambientalista, dello spasimo tipico dei «rottamatori». Grillo ha fatto man bassa dei voti di tutti: ha svuotato l'Idv, il partitino di Ingroia, ha azzoppato il Pd e indebolito Lega e Pdl. Nei suoi ranghi si distinguono elettori di ogni idea e condizione: giovani dell'estrema sinistra, nostalgici del Duce, casalinghe stufe del centrodestra e del centrosinistra, pirati del web, giornalisti antifascisti, intellettuali di regime. Le idee vaghe hanno sempre un futuro, diceva un giornalista.



Grillo, trionfante, scruta l'Italia dall'alto delle sue percentuali, facendo l'occhiolino ai menestrelli di ieri e dell'altroieri e dando pacche sulle spalle ai suoi giovani scudieri. Sembra che tutti, da Dario Fo ai liceali, gli abbiano dato fiducia. Pazzi o illusi? Il loro voto non è andato all'antipolitica, ma alla sublimazione della politica: lo scontro di piazza, la ricerca affannosa del consenso all'insegna del «Tutti a casa!», la violenza verbale come antipasto di qualcosa di peggio. Perché se anche una sola delle cinque stelle che danno il nome al movimento dovesse splendere, saremmo fritti. Per intenderci: queste simboleggiano l'acqua pubblica, la connettività, la mobilità sostenibile, lo sviluppo e l'ambiente. Roba di cui molti elettori opportunisti s'interessano poco. Ma il M5S, da fenomeno maramaldesco che era, è già diventato una vera moda. Ha degli adepti, dei fedeli, e sono molti. Non è già più un movimento politico, ma un asse solido attorno al quale ruota buona parte della gioventù italiana, un interlocutore di chi vuole farsi la patente di «progressista», un blocco politico ormai alle porte di Palazzo Chigi. Non vuole dialogo, se non alle sue condizioni, alle quali nessun altro schieramento può permettersi di sottostare. Il suo peso aumenta di giorno in giorno, complici la disperazione di tutti e la pericolosa stupidità della classe politica. La storia è dalla parte dei grillini: travolgerà tutti quelli che remano in direzione contraria? Loro soli, oggi, possono decidere le sorti dell'Italia. Per sapere ciò che ci aspetta, cercate un discorso di Grillo su Youtube, ascoltate le dichiarazioni di alcuni dei suoi, leggete i commenti sui blog. E giudicate. Vien da dire: speriamo che continuino a parlare, speriamo siano solo parole. Speriamo che alle grida furiose non segua, dopo, l'inevitabile prassi: la ghigliottina e la legislazione sulle scie chimiche.

3 commenti:

  1. "giovani dell'estrema sinistra, nostalgici del Duce, casalinghe stufe del centrodestra e del centrosinistra, pirati del web, giornalisti antifascisti" Minkia,mancavano i fondamentalisti islamici,cristiani,ebrei,atei e satanisti ed eravamo a posto.Ma veramente qualcuno crede al glande gomplottto di Grillo/Casaleggio?Criticare Grillo e 5 Stelle anche severamente va bene,rimpiangere gente come Casini,che ha vissuto sull'oro per trent'anni sulla pelle degli altri con i nostri soldi insieme agli altri espropriatori di sovranità nonchè tassatori guerrafondai mi sembra troppo(almeno x un libertario),poi ognuno la pensi come vuole.Saluti :).

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    1. L'autore del pezzo - il grande Direttore - è in Germania (a Berlino se non erro), quindi non può rispondere. Ne farò le veci. Per come la vedo io, non si sta certo elogiando il passato, l'usato sicuro: semplicemente, si ricorda che "the worst is yet to come". Vogliamo solo disilludere chi pensa che coi grillesi, grillici, grilleschi, grulli a 5 stelle non si migliorerà di una virgola: tutt'al più, si continuerà su questa mesta china. O si peggiorerà...

      Damiano Mondini

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    2. Infatti, ben conscio di tutto ciò, il direttore è già andato in Germania.

      Tommaso Cabrini

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