lunedì 31 dicembre 2012

Passiamo l'ultimo con Mises

di Damiano Mondini

L'elaborazione teorica delle dottrine e dei programmi deve essere rigorosa, coerente ed esente da contraddizioni. Se però non si riesce a convincere la maggioranza a realizzare pienamente il proprio programma, bisogna accontentarsi di ciò che si può ottenere nelle condizioni oggettive in cui ci si muove.Ho sempre criticato la middle-of-the-road-policy di tutte le varianti dell’interventismo, e credo di aver mostrato che esse finiscono inevitabilmente per sfociare nel socialismo vero e proprio. Ma questo non mi ha impedito di capire benissimo che i rapporti di potere politici possono costringere anche un convinto e coerente difensore del liberalismo a venire a patti temporaneamente con certe misure interventistiche (per esempio, i dazi doganali). Di regola bisogna accontentarsi di scegliere il male minore
Ludwig von Mises, lettera ad Alfred Müller-Armarck, 14 novembre 1961

domenica 30 dicembre 2012

L'ultimatum di Barack


Barack Obama a ruota libera: «Un piano equilibrato che protegga la classe media, tagli le spese in maniera responsabile e chieda ai più ricchi di pagare un po’ di più: questa è la cosa giusta per la nostra economia»*. Se tutto andrà a catafascio, la colpa sarà dei repubblicani: questo il messaggio sotteso. Dato che la spesa pubblica non si può tagliare, l'élite democratica ha pensato bene di seguire l'alto esempio di Hollande, il Krusciov di Rouen. Viva la grande madre Amerika.

*Fonte: http://www.blogtaormina.it/2012/12/30/fiscal-cliff-obama-lancia-lultimatum/140965

venerdì 28 dicembre 2012

2014: la Catalogna intravede l'indipendenza

di Paolo Amighetti

Dallo scorso 19 dicembre, in Catalogna è lecito sognare l'indipendenza. Niente più provocazioni o fantapolitica: raggiunto il «patto di sovranità» tra CiU e Esquerra tutto è possibile. Nella fattispecie, è possibile che la classe politica catalana lavori d'amore e d'accordo per indire un referendum nel 2014.
Che si profila come un annus mirabilis per scozzesi e catalani, anche se molte analisi lasciano intuire che i primi, in larga misura tax-consumers, preferiranno all'indipendenza la comoda redistribuzione inglese. A prescindere dal risultato dei referenda, comunque, in Europa si prenderà atto di un grosso evento: e cioè che a decidere dello status politico di intere aree saranno i cittadini che vi vivono e lavorano, la cui libera scelta le caste governative dovranno rispettare. In attesa di questa rivoluzione, diamo un'occhiata alla situazione catalana per come si presenta oggi.
Da un lato, il «patto di sovranità» ha scalzato dal dibattito politico lo scontro tra destra e sinistra, privilegiando quello tra centro e periferia; che l'iniziativa sia bipartisan testimonia quanto sia ampio il consenso attorno alle tesi indipendentiste. L'intera classe politica catalana è stata costretta a prenderne atto, e a lasciarsi coinvolgere dall'entusiasmo popolare. Dall'altro, a Madrid le forze politiche nazionali sembrano aver siglato un patto silenzioso e nemmeno tanto segreto per ostacolare la Catalogna: nessuno ha interesse a lasciarsi sfuggire il motore dell'economia, l'area più produttiva del Paese, la Lombardia del Mediterraneo.

giovedì 27 dicembre 2012

Gramsci e Turati, due idee di sinistra

di Damiano Mondini

Non credo di poter essere sospettabile di simpatie a sinistra. La cultura della gauche, socialista o comunista che sia, mi è quanto mai estranea, senza che la cosa mi turbi eccessivamente. Nondimeno, anche considerando la naturale antipatia che da liberale provo dinnanzi a questo universo culturale e politico, ritengo sia di fondamentale importanza studiarne i caratteri. A mio avviso, infatti, conoscere il nemico, col suo habitus mentale e la sua forma mentis, è indispensabile per rispondere efficacemente alle sue obiezioni, nonché per rendere evidenti i limiti e le mistificazioni intrinseci alla sua speculazione. Il pensiero socialista ci stimola inoltre a tornare sempre con spirito critico sulle nostre convinzioni liberali, anche solo per corroborarne adeguatamente le fondamenta. Infine, non è da escludersi a priori che i modelli pedagogici degli avversari non possano rivelarsi utili, quando declinati in un’ottica politica differente. Vado ad illustrare ciò che intendo.