lunedì 25 febbraio 2013

Cosa ci insegna Oscar Giannino


di Tommaso Cabrini

Non penso ci sia bisogno di una introduzione, anche per merito di una iperattiva stampa “nemica”, i  suoi titoli accademici sono sulla bocca di tutti: Dott. Oscar e Mr Giannino.
Ma un evento così forte ed inaspettato cosa ci trasmette? Innanzitutto le mie emozioni iniziali sono state di stupore ed un po’ di rabbia. Ma raffreddandosi un po’ la situazione ha prevalso la mente e le emozioni sono cambiate. E’ sopravanzata la compassione: Giannino proviene da una famiglia piuttosto povera, ma nonostante questo ha l’occasione di frequentare l’università, in una sorta di riscatto sociale. Poi intervengono i casi della vita e il nostro Oscar, a quanto pare, non giunge alla laurea. Tuttavia avverte chiaramente dentro di sé un senso di inferiorità nei confronti di chi il “pezzo di carta” ce l’ha. Probabilmente più volte ha sentito sbeffeggiare le sue opinioni (magari migliori) solo perché contrastate da qualcuno che “è laureato” o “ ha fatto il master”. E così, il titolo, decide di inventarselo. A guardare in fondo alla questione non c’è nulla di estremamente grave, non ha neanche mai esercitato professioni che richiedessero il titolo di studio. Chi, poi, non ha mai detto qualche balla (magari più piccola ma comunque altrettanto falsa) per dare forza alle opinioni espresse? Colui che non ha mai peccato scagli la pietra, vien da dire.
Ma questa triste vicenda umana, molto umana, in fondo cosa ci insegna?

Diverse cose, innanzitutto sull’opportunità di atteggiarsi a puri, come sempre arriva il puro più puro che ti epura. D’altro canto in Italia qualche titolo accademico inventato in un curriculum non rappresenta nulla rispetto a decennali ballisti seriali che raccontano di nipoti di Mubarak invitate a cene eleganti,  che si professano liberali, che raccontano di tagliare le tasse,che parlano di crisi di un neoliberismo che dilaga (come evidente a tutti),che dicono di essere dalla parte dei cittadini e di non candidarsi solo per la poltrona e lo stipendio, che raccontano che taglieranno tutti i privilegi politici and so on. -Certo, per chi si atteggiava a igiene del mondo, come FiD, la faccenda si fa, per lo meno politicamente, più grave-
Ci insegna anche  che in Italia c’è un forte moralismo verso i politici che mentono, indipendentemente dalla gravità della menzogna la gente non è disposta a sopportarla; certo, non in senso assoluto, vale solo per la parte avversa ovviamente, ed essendo Giannino avverso all’intero “arco costituzionale” la sua menzogna risulta invisa a tutti.
E ancora, il titolo di studio, quanto effettivamente è fondamentale nella vita? E’ davvero così importante da caratterizzare davvero un uomo? Se si condividono le opinioni di Oscar plurilaureato, queste stesse opinioni perdono valore una volta scoperto che i titoli di studio sono falsi? E poi quanti grandi pensatori non si sono mai laureati? Aristotele e Leonardo, ma anche Borges e moltissimi altri. Questo ci rende migliori di loro?
Quanti falsi laureati si scoprono regolarmente in Italia? Senza i “pezzi di carta” adeguati ad esercitare la professione, come medici e dentisti? E questo non fa di loro dei pessimi medici, così come il titolo di studio non evita clamorosi casi di malasanità. Le idee di Giannino restano valide o errate, indipendentemente da qualunque master o laurea abbia conseguito. Dentro a tutto ciò inventarsi un master a Chicago, semplicemente per sentire una comunanza con pensatori che si ammirano,non è nient’altro che una venialità. Non solo, come ci ha raccontato Andrè Stern la scuola altro non è che un danno per l’individuo.
Infine una lezione sulla dignità con cui Giannino ha affrontato questa brutta vicenda, non nascondendosi dai problemi, non negandoli superando la soglia dell’imbarazzante, non scappando dal suo popolo di Fermare il Declino (che sottolineo non si chiama “lista Giannino”).
Alla fine di tutta questa tempesta il sole spunterà di nuovo su Oscar, grande economista, giornalista e politologo (nonché fantastico dandy); al quale andava stretto l’appellativo di Signore e si inventò per vezzo il Dottore, ma dopo questi insegnamenti per me resterà il professor Oscar Giannino.

1 commento:

  1. Da cittadina che ritiene comunque sensato e valido quanto contenuto nel programma di ‘’FARE’’, io ritengo che questa’’ triste vicenda umana’’ ci indica e segnala anche, e soprattutto, queste due cose:

    1) (…”Tuttavia avverte chiaramente dentro di sé un senso di inferiorità nei confronti di chi il “pezzo di carta” ce l’ha. Probabilmente più volte ha sentito sbeffeggiare le sue opinioni (magari migliori) solo perché contrastate da qualcuno che “è laureato” o “ ha fatto il master”. E così, il titolo, decide di inventarselo”….)
    Uno che - oltre all’INNEGABILE cultura e competenza sulla materia (cosa che nessuno può mettere in dubbio) – ha la stoffa del vero leader, se si rende conto di provare un senso di inferiorità non reagisce così, ma cerca, o si fa aiutare, a superare tale complesso, fino ad arrivare ad avere il coraggio di essere quello che è e anche a vantarsene - ma MAI E POI MAI VIENE A PATTI CON LA VERITÀ, a costo di rinunciare ad essere un leader –

    2) Uno che aspira ad essere, oltre che un esperto, anche un leader, NON PUO’ NON CONOSCERE IL FUNZIONAMENTO DEI MEDIA, DEL WEB E DELLA TELEVISIONE – Non può non sapere che, nel 2013, qualunque cosa si dica è immediatamente pubblica, e se proviene da una persona che possiamo definire ‘’nota’’ viene immediatamente controllata e, se è il caso, PUBBLICAMENTE SBUGIARDATA – Se così è, se ‘’non conosce…’’, si tratta di un ig-norante (nel senso che IGNORA un fatto basilare per il lavoro che ha programmato di fare). Se invece è consapevole di quanto sopra e non se ne preoccupa, sottovalutando il fatto, pecca di presunzione e di poca stima nei confronti delle ‘’masse’’ che desidererebbe orientare e guidare. Entrambi i casi, la poca accortezza e confidenza con i media, e la supponenza e sottovalutazione del suo pubblico, sono INCOMPATIBILI con la figura carismatica di un leader destinato a cambiare la società.

    Una persona con queste qualifiche di competenza ma carente di quelle che io ritengo essere indispensabili doti caratteriali e di personalità, può essere un preziosissimo consulente tecnico, ma non è adatto alla posizione di Leader che si era prefissato di raggiungere -

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