martedì 4 dicembre 2012

L'alba della stessa era

di Damiano Mondini
La vittoria di Pierluigi Bersani era tutto sommato prevedibile, anche se certamente non ci si aspettava un risultato così inequivocabile: il 60,8% degli elettori del centrosinistra ha convenuto di affidarsi all’ “usato sicuro”, mentre soltanto uno sconsolante 39,2% ha tentato di deviare verso nuovi orizzonti. Nuovi, si fa per dire: si è già avuta occasione di rilevare quanto poco credibile fosse la scelta fra due alternative tanto distanti nella forma quanto simili nella sostanza. Ed è quest’ultima che conta, che fa la differenza, che determina l’apprezzabilità o meno di un soggetto politico. Matteo Renzi è stato – o è, se preferite non azzardare ancora giudizi terminali sulla sua parabola – senza dubbio un ottimo contenitore, l’utile packaging mediante cui veicolare idee e propositi variegati e più o meno condivisibili. Al di là dei propositi utopistici, era quanto di più moderno e rinfrescante potesse emergere dalle fila stantie del Partito Democratico; l’opzione più liberista che potesse fornire uno schieramento storicamente orientato su posizioni stataliste, welfariste o keynesiane che dir si voglia – sia detto per inciso, non si tratta certo di sinonimi, ma il disordine lessicale dei progressive ci consente di confonderli senza tema alcuna. Non è per coerente e ponderato appoggio alle sue svariate proposte che numerosi libertari – repetita iuvant, me compreso – hanno scelto di appoggiarlo tanto al primo quanto a ragion veduta al secondo turno delle primarie.

lunedì 3 dicembre 2012

Curva di Laffer: campana del socialismo

di Tommaso Cabrini




La Curva di Laffer (da Arthur Laffer, il suo creatore) è una famosissima parabola che lega tra loro il gettito fiscale e l’aliquota applicata alla popolazione.
La funzione ad aliquota 0%, chiaramente, è a livello zero, così come ad una tassazione del 100%: nessuno infatti si darebbe da fare per produrre reddito se questo gli fosse interamente sottratto.
L’idea è molto semplice, all’aumentare dell’aliquota aumenta il gettito, ma marginalmente sempre più lentamente, poiché nuove imposte deprimono l’economia, finchè al punto t* raggiunge il massimo, dopodiché l’effetto scoraggiante sorpassa l’effetto dell’aumento di aliquota e il gettito decresce.
Chiariamo un punto, la Curva di Laffer prende in considerazione solamente l’effetto deprimente sull’economia e non un grande convitato della tassazione: l’evasione fiscale. Tale variabile potrebbe (ed in effetti lo fa, come da recenti studi) modificare la forma della curva.
Tutto molto semplice, geniale ed intuitivo, tant’è che, si dice, Laffer la spiegò a Reagan durante un pranzo disegnando la curva su un tovagliolino di carta e nessun politico ebbe problemi a capirla.

Ma questa teoria lascia numerosi dubbi.

domenica 2 dicembre 2012

The Liberty Bell: 31 giorni dopo...

di Paolo Amighetti

Da noi, qualche tempo fa, la nebbia era piuttosto fitta. Ma altrove si intravedeva già qualche raggio di sole. In Catalogna, per esempio, c'erano in ballo le elezioni: facile prevedere come sarebbe andata a finire, sulla scorta di quanto era appena successo nei Paesi Baschi. Mi unii al coro dei pronostici che davano gli indipendentisti per vincitori: non sbagliai, ma che in Catalogna la «febbre di libertà» aumenti di mese in mese lo sanno anche i politici romani. Ora che in Generalitat dominano i secessionisti (occupano 87 seggi su 135), bisogna che venga approvato ed indetto, questo referendum per l'indipendenza. La palla potrà così passare al parlamento madrileno, e poi a sua maestà Juan Carlos. La strada è lunghissima, più impervia di quanto si possa credere pensando alle belle immagini della manifestazione di Barcellona. Ma la direzione è quella giusta.

Il mese scorso si discuteva anche della situazione in Veneto, delle solite beghe dei venetisti, delle mosse future di Diritto di Voto. Mi chiedevo cosa sarebbe successo, ed in breve è andata così: il 28 novembre il consiglio regionale ha discusso e approvato la «risoluzione 44» proposta da Indipendenza Veneta, che spiana la strada ad un percorso legale perché i veneti decidano, di fatto, del loro futuro. Un piccolo grande passo che alcuni hanno giudicato sovversivo ed altri troppo timido. Insomma, sembra abbia scontentato proprio tutti. Che molti politici avrebbero fatto spallucce era scontato.

sabato 1 dicembre 2012

[The Quarrel] NON COERENTE

di Tommaso Cabrini

Le esternazioni di Befera (nostrana versione dello Sceriffo di Nottingham) in merito al risultato delle prove effettuate col cosiddetto redditest che evidenzierebbero il 20% dei contribuenti come “non coerente” lasciano parecchi dubbi.
Innanzitutto uno strumento che rileva il 20% delle famiglie come sospette che utilità può mai avere? Parliamo di più di quattro milioni di famiglie, come può essere possibile controllarle tutte? O anche controllarne solo una quota significativa. Per assurdo se il redditometro avesse rivelato come non coerente il 100% delle famiglie avrebbe individuato tutti gli evasori, ma che utilità avrebbe? Assolutamente nessuna.

Quindi a che pro fare questi annunci roboanti, stile proclama imperiale con tanto di banditori e tamburini?