lunedì 21 ottobre 2013

La Moneta Merce di Sintesi [seconda parte]

di George Selgin (traduzione di Tommaso Cabrini)



La Moneta Merce di Sintesi

L’inadeguatezza della dicotomia tradizionale tra moneta fiat e moneta merce diviene evidente dopo aver considerato come le definizioni convenzionali di ciascun tipo di moneta si riferiscano non ad una ma a due distinte caratteristiche : una moneta merce ha un valore d’uso non monetario e risulta naturalmente o inevitabilmente scarsa; una moneta fiat non ha valore d’uso non monetario e la sua scarsità è solo pianificata.
Queste definizioni in due parti suggeriscono che la solita dicotomia rappresenta solamente metà delle possibili (anche se non necessariamente pratiche) tipologie di basi monetarie, come illustrato dalla seguente matrice:


La matrice mostra come la solita dicotomia tralasci la possibilità che la moneta possa essere fatta da qualcosa che abbia uno o più usi non monetari, ma sia scarsa solamente in modo contingente invece che assoluto o “naturalmente” scarsa. Un esempio potrebbe essere un bene durevole che, pur essendo riproducibile ad un costo marginale pari a zero, sia reso scarso attraverso diritti su di esso, o sulla tecnologia necessaria a riprodurlo, assegnato ad un monopolista incaricato di contenerne l’offerta in modo sufficiente da permettere al bene di ottenere un valore positivo di scambio. L’esempio classico, dato da Ronald Coase (1972) per illustrare la sua famosa “congettura”, è una splendida litografia, le cui matrici sono in possesso di un monopolista. Come riconoscimento per l’attenzione data a questi beni da Coase li chiamerò “Beni di Coase”.
La stessa congettura di Coase consiste nella sua osservazione che, poiché le litografie sono beni durevoli, un monopolista incaricato di mantenere uno standard monetario basato su Beni di Coase potrebbe trovarsi in difficoltà, poiché egli può accrescere i profitti producendo e vendendo più moneta finché il suo valore di scambio continua ad eccedere il suo (irrisorio) costo di produzione. I consumatori, anticipando questo comportamento, non saranno disposti a pagare più di tale costo fin dalla prima unità immessa sul mercato. Per questa ragione uno standard di Beni di Coase, pur essendo basato su beni che abbiano un utilizzo non monetario e pur essendo supervisionato da un monopolista, non è meno soggetto a collassare rispetto alla moneta fiat, prodotta in regime di concorrenza, pensata da Friedman. Cioè, finchè il monopolista è libero di amministrare la moneta con il solo scopo di massimizzare il profitto, questa è probabilmente destinata ad involvere in un paper standard – cioè una pura moneta merce nel quale la merce scarsa rilevante è la carta sulla quale le litografie sono impresse.
Secondo la letteratura sui beni durevoli, due mezzi comunemente adottati per evitare questo risultato sono (1) ritornare ad una moneta garantita da un sottostante o (2) distruzione pubblica delle matrici usate per imprimere le litografie. Nel primo caso gli acquirenti vedono garantita la restituzione di quanto pagato nel caso il prezzo delle litografie (per far sempre riferimento all’esempio sopracitato) scenda al di sotto di esso. Nel nostro esempio, nel quale le litografie sono utilizzate come standard monetario di un’economia, la garanzia sarebbe il sottostante, nel quale il monopolista si offre di convertire le litografie indesiderate ad un cambio prefissato. Questa garanzia di fatto trasforma le litografie da una moneta base in una moneta “credito”, trasformando il bene in cui possono essere convertite nel reale standard monetario.
La seconda opzione –la distruzione delle matrici- trasforma le litografie, secondo la nostra classificazione, in merci ordinarie, rendendole in modo irrevocabile, invece che solo contingente, scarse.
Così come uno standard monetario basato su Beni di Coase, come le litografie, può essere convertito in una moneta merce organizzando una pubblica distruzione delle matrici, un sistema monetario basato su banconote cartacee “intrinsecamente inutili” può essere convertito in qualcosa che assomigli ad una moneta merce facendo in modo che il costo marginale di produzione sia crescente, in modo da limitare l’offerta (e mantenere la scarsità) di moneta. Tale possibilità ci porta nel trascurato quadrante in alto a destra della nostra matrice, il quadrante chiamato moneta merce “di sintesi”. Tali monete sono composte da oggetti i quali, pur mancando di valore non monetario, sono in modo assoluto, e non solo contingente, scarsi. Più in generale una moneta merce di sintesi è una moneta che manca di valore non monetario, ciononostante risulta riproducibile solamente ad un costo marginale di produzione che risulti positivo e crescente.

Vantaggi delle Monete Merce di Sintesi

In “In Search of a Monetary Constitution” Friedman (1962, p.219), parafrasando Poincarè, osservò che “la Moneta è troppo importante per essere lasciata in balia dei banchieri centrali”. I critici della moneta merce, dall’altro lato, insistono sul fatto che la moneta sia troppo importante per essere “sacrificata […] all’azione di forze oscure” (Keynes 1936, p.339). La caratteristica distintiva di una Moneta Merce di Sintesi, e la fonte dei suoi potenziali vantaggi rispetto ad altre forme di base monetaria, è proprio il fatto che ricorrendo ad essa si può evitare di lasciare la gestione della moneta sia ai banchieri centrali sia alle forze oscure della natura. In questo modo l’offerta di moneta è determinata una volta per tutte da vincoli creati artificialmente delle risorse – vincoli che trasformano ciò che potrebbe altrimenti avere un costo marginale pari, o vicino, a zero in un costo crescente, se non addirittura infinito.
Poiché il reale consumo di risorse di un dato stock di moneta merce di sintesi non è più grande di un simile stock di moneta fiat, una base monetaria fondata sulla merce di sintesi è priva dello svantaggio dei costi di una base monetaria fondata sulla pura moneta merce. Poiché la sua scarsità, per quanto immutabile, risulta tuttavia pianificata, non è soggetta a cambiamenti dovuti sia a scoperte di nuovi giacimenti sia ad innovazioni tecnologiche. Poiché una moneta merce di sintesi non ha un uso alternativo non monetario, non possono esistere cambiamenti della domanda non monetaria che ne possano alterare il potere d’acquisto. Infine, proprio come una vera moneta merce, ma diversamente dalla moneta fiat, l’offerta di moneta merce di sintesi non è soggetta a modificazioni dovute a capricci della politica.

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