lunedì 20 maggio 2013

Commercio di carne umana


Di Stephen J. Dubner e Steven D. Levitt (traduzione e premessa di Tommaso Cabrini)



Come concorderanno molti dei lettori il mercato rappresenta il miglior sistema per determinare l'uso di risorse scarse. Tuttavia ci sono casi, come nella donazione degli organi dove la società è compatta nel ripudiare il mercato, perchè considerato un sistema odioso e ripugnante. Gli autori, sempre appassionati studiosi di incentivi che regolano il comportamento umano spiegheranno come la mancanza di un mercato renda la situazione ancora più difficile, privando tutte le parti dei necessari stimoli ad agire nel modo migliore. Tale mancanza in un campo di vitale importanza come quello della donazione d'organi non può che avere conseguenze mortali. Il che è decisamente ripugnante. 






Soppesando il fattore ripugnanza

Quanto è ripugnante questa situazione? Prendete qualcuno che amate, per esempio vostra moglie o vostro fratello o vostra sorella, e trovate un estraneo che accetti una grossa scommessa che il vostro caro muoia prematuramente- se nel caso accadesse intaschereste alcuni milioni di dollari.

Queste, naturalmente, sono le modalità di funzionamento dell’assicurazione sulla vita. E molti americani non trovano affatto ripugnante quest’idea. Dopotutto sono abituati. Fino a metà del XIX secolo l’assicurazione sulla vita era considerata “una profanazione”, come scrisse la sociologa Viviana Zelize, “che trasforma l’evento sacro della morte in una volgare merce.”

Alvin Roth, un economista di Harvard che studia la pianificazione dei mercati, ha studiato molto a proposito della ripugnanza. In alcune questioni, nota, la ripugnanza svanisce, come con le assicurazioni sulla vita – o, ancora più importante, la pratica di applicare interessi ai prestiti. In altri casi avviene il contrario: comportamenti una volta accettati, come ad esempio essere possessori di schiavi, oggi vengono visti come ripugnanti.

Un caso di ripugnanza è lontano dall’essere deciso: la dispute a proposito di come debbano essere allocati – o magari persino venduti - gli organi umani disponibili per il trapianto. Se voi aveste un cuore, o un fegato o reni malandati quasi sicuramente morireste senza trapianto, ma se non siete abbastanza fortunati da ottenere un organo attraverso le liste d’attesa ufficiali non potete comprarne uno a nessun prezzo. Così, invece di un libero mercato di organi, abbiamo un mercato di volontariato. Alcune persone acconsentono a rinunciare ai loro organi utilizzabili una volta morti. Nel caso di un donatore vivente qualcuno sacrifica un rene, o parte del fegato a favore di un ricettore, solitamente un familiare.

Nello spazio di poche decadi, la chirurgia dei trapianti è diventata sicura e affidabile. Ma il successo fa crescere la domanda: più pazienti ottengono nuovi organi, più pazienti li desiderano. Nel 2005 negli Stati Uniti sono stati effettuati più di 16.000 trapianti di reni, in incremento del 45 percento in 10 anni. Ma in questo periodo il numero di persone sulla lista d’attesa per un rene è cresciuto del 119. Più di 3.500 persone muoiono ogni anno aspettando un trapianto di rene.

Per un economista questo è un classico gap di domanda e offerta con tragiche conseguenze. Quindi, cosa può essere fatto per incrementare l’offerta di organi?

Un grosso problema è che ai potenziali offerenti non sono dati incentivi davvero forti a farsi avanti. In gran parte dell’Europa la scelta viene fatta per loro: invece di dover optare per la donazione, la presunzione di base è che i tuoi organi utilizzabili vengano prelevati dopo la tua morte senza che la tua famiglia possa optare per la non donazione. Ma, anche, l’Europa continua ad avere una notevole penuria di organi, in parte perchè gli incidenti stradali – che sono incline a produrre organi utilizzabili all’espianto – sono in un trend decrescente nei paesi occidentali.

Se è dura convincere le persone a rinunciare ai loro organi dopo la morte, pensate a quanto sia dura persuadere una persona viva a donare un rene. (Da un punto di vista medico un rene da donatore vivente ha un valore di gran lunga superiore a quello di un cadavere.) Anche se la maggior parte delle persone può vivere tranquillamente con un rene, c’è sempre un prezzo da pagare per i disagi, il rischio, la paura e la perdita di giornate lavorative [n.d.t. negli Stati Uniti la malattia non viene pagata]. Ma gli Stati Uniti, come praticamente ogni altro Stato mondiale vieta ai donatori di farsi pagare, in qualunque modo.

E’ dura trovare un economista che sia d’accordo con questa politica. Gary Becker e Julio Jorge Elias hanno argomentato, in un recente paper, che “gli incentivi monetari avrebbero incrementato la disponibilità di organi per trapianto a livello sufficiente da eliminare la lunga coda nel mercato degli organi, e la sofferenza e la morte di molti di coloro che aspettano, il tutto senza incrementare il costo totale del trapianto di più del 12 percento.”

Alcuni non-economisti possono trovare il ragionamento ripugnante. Ci sono molte ragioni, dopotutto, per vietare la vendita di organi. Alcune persone considerano immorale mercificare parti del corpo (ciononostante è oggi comune non solo vendere lo sperma o gli ovuli, ma persino affittare un utero). Altri temono che molti venditori di organi sarebbero poveri, mentre molti acquirenti sarebbero ricchi; che che qualcuno potrebbe essere spinto a vendere un rene senza comprenderne pienamente i rischi.

Ma perchè, si chiedono Becker ed Elias, la povera gente dovrebbe “essere privata di una fonte d’entrata che potrebbe tornargli molto utile?” Ancora più convincente è il fatto che anche una persona povera può aver bisogno di un nuovo rene tanto quanto una persona ricca (se non di più) – e, senza un mercato legale di organi, ha la stessa possibilità di morire mentre aspetta in lista d’attesa.

Saltando al paragrafo successivo Alvin Roth, anche se è un economista, è abbastanza sveglio da capire che la ripugnanza trattiene gli americani dall’adottare nel prossimo futuro un vero mercato degli organi. Così, assieme a molti altri scolari e personale medico, ha aiutato a progettare un’alternativa intelligente, il New England Program for Kidney Exchange. Immaginate di avere una moglie che stia morendo di insufficienza renale, e che vorreste darle uno dei vostri reni, ma non siete biologicamente compatibili. Ora immaginate che un’altra coppia sia nella stessa situazione. Il Kideny Exchange trova e abbina le coppie: voi donate il vostro rene alla moglie di uno sconosciuto mentre lo sconosciuto dona il suo rene a vostra moglie; le operazioni si svolgono simultaneamente per assicurare che non ci siano dietrofront. Anche se questo sistema ha portato a solo un paio di dozzine di trapianti finora, illustra la comprensione degli incentivi di un economista: se non puoi spingere qualcuno a donare un organo per altruismo, e non lo puoi nemmeno pagare, cosa puoi fare? Trovare due persone che hanno un disperato bisogno di allineare i loro incentivi.

D’altro canto, chi, nel pieno delle sue facoltà, si farebbe avanti per donare un rene ad uno sconosciuto? In realtà abbiamo recentemente parlato ad uno di questi potenziali donatori che ha chiesto di rimanere anonimo. Donatore è sposato, con quattro figli e una situazione finanziaria precaria. Poichè Donatore ha un fratello che necessiterà a breve di un trapianto d’organo, si è insinuata nella sua mente l’idea che potrebbe vendere un rene ad uno sconosciuto. Attraverso un sito web di donatori ha trovato un potenziale ricevente. Quando tutto il processo è stato a buon punto il Donatore ha scoperto che era illegale essere pagati. Alla fine, comunque, i principi del Donatore superarono i bisogni finanziari, e decise di andare avanti col trapianto.

Donatore ha fatto numerosi esami presso l’ospedale dove Ricevente avrebbe avuto il trapianto. Sia Donatore che Ricevente hanno dovuto mentire ripetutamente ai dottori, sostenendo di essere vecchi amici. “Se scoprissero che ci siamo conosciuti su internet”, spiega Donatore, “penserebbero che sia fatto per denaro e annullerebbero l’operazione”. 
 
Se tutto andasse bene il trapianto avverrà a breve. Pensiamo a chi ricaverà un profitto da questa transazione: Ricevente di sicuro, come anche i chirurghi, le infermiere, l’ospedale, le compagnie farmaceutiche. Tutti saranno pagati in qualche modo – eccetto Donatore, che non solo non sarà pagato per aver fatto un’azione molto altruistica, ma ha dovuto pagare il prezzo aggiuntivo di mentire a proposito di questa cosa.

Sicuramente ci sarà qualcuno, e non solo economisti che riterranno questa situazione – bhè, ripugnante.



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