venerdì 7 giugno 2013

Homeschooling: Il futuro della libertà

di Ron Paul (traduzione e premessa di Tommaso Cabrini)


Su The Road to Liberty abbiamo sempre promosso con forza la libertà dei genitori di educare i propri figli nel modo che ritengono più opportuno. Innanzitutto è nostra profonda convinzione che la scuola pubblica sia una madrassa della peggior specie, dove si indottrinano i bambini ad amare il Leviatano. Tuttavia un sistema scolastico per quanto privatizzato non riscuote la nostra simpatia, principalmente perchè crediamo che la libertà e la diversità sia un valore, per i bambini come per gli adulti. Libertà e diversità che uno stretto sistema scolastico non sono in grado di garantire, proseguendo con la distruzione della capacità di sognare ed immaginare propria dell'animo umano. Per questo siamo fermamente convinti che l'homeschooling rappresenti il vero faro da seguire, ognuno secondo la propria rotta, per poter consegnare un futuro di libertà ai nostri figli e nipoti.
Homeschooling: Il futuro della libertà

Una caratteristica comune ai regimi autoritari è la criminalizzazione delle alternative all’educazione controllata dallo Stato. I dittatori conoscono bene la minaccia che presenta un pensiero libero al loro potere, e ben poche cose promuovono pensieri “non autorizzati” come l’educazione sotto il controllo dei genitori invece che dello Stato. Questa è la ragione per cui il governo nazionalsocialista (nazista) tedesco bandì l’homeschooling nel 1938.

Purtroppo queste restrizioni ai diritti dei genitori dell’era nazista sono tutt’ora in vigore nella legislazione tedesca, lasciando i genitori che desiderano un maggior controllo sull’educazione dei figli senza opzioni. Per questa ragione nel 2006 Uwe e Hannalore Romeike, una coppia tedesca che voleva educare a casa i loro tre figli per motivazioni religiose, chiesero asilo negli Stati Uniti. Il giudice dell’immigrazione Lawrence Burman approvò la loro richiesta di asilo, riconoscendo che la libertà dei genitori di avvalersi dell’homeschooling è un “basilare diritto umano”.

Sfortunatamente l’attuale amministrazione statunitense non la vede in questo modo, ed ha annunciato che ricorrerà in appello contro la decisione del giudice Burman. Se l’amministrazione dovesse vincere i Romeikes potrebbero essere rispediti in Germania, dove sarebbero obbligati a mandare i figli in scuole dove gli insegnamenti violano le loro credenze religiose. Se si rifiutassero si troverebbero ad affrontare forti multe, l’incarcerazione o addirittura la perdita della custodia dei figli!

L’appello dell’amministrazione afferma che il governo federale ha l’autorità costituzionale di vietare l’homeschooling in tutti i cinquanta stati. La verità è che la costituzione non da al governo federale alcun potere di controllare qualsivoglia aspetto dell’educazione. Inoltre, i genitori che, come i Romeikes, hanno una motivazione religiosa per ricorrere all’homeschooling dovrebbero essere protetti dal diritto di libertà religiosa espresso nel primo emendamento.

L’ostilità del governo federale all’homeschooling è condivisa dai funzionari pubblici di tutti i livelli. Nonostante il successo del relativo movimento nella legalizzazione dell’homeschooling in tutti gli stati, molte famiglie sono ancora oggetto di persecuzione da parte dei funzionari locali. Gli accanimenti variano da “controlli a casa” da parte di agenzie di protezione dei bambini alla persecuzione criminale per la violazione delle leggi sulla mancata frequenza scolastica.

Ogni statunitense che abbia a cuore la libertà dovrebbe supportare l’homeschooling. Se lo Stato può usurpare l’autorità dei genitori su un argomento così fondamentale come l’educazione dei propri figli, non c’è più praticamente alcuna area della potestà genitoriale che risulti off limits per l’intervento statale.

E’ stato provato che l’homeschooling è un efficace mezzo di educazione. Tutti noi abbiamo ben presente i notevoli traguardi accademici, inclusi i national spelling bees [Ndt gare di spelling] ed altre tornei, da parte dei bambini educati a casa. Inoltre gli studenti homeschool solitamente sono di gran lunga migliori in tutte le misurazioni di performance accademica rispetto ai loro coetanei che frequentano la scuola pubblica.

Ha senso che i bambini facciano meglio quando la loro educazione è controllata da coloro che conoscono i loro bisogni strettamente individuali, piuttosto che da un burocrate federale. Un forte movimento di homeschooling può anche aiutare a migliorare le altre forme di educazione. Se la concorrenza migliora beni e servizi negli altri aspetti della vita perché la concorrenza non dovrebbe migliorare l’educazione? Un movimento per l’homeschooling ampio ed in crescita può spingere le scuole pubbliche e private ad innovare e migliorare.

Quando lo Stato interferisce con l’abilità dei genitori di scegliere il miglior tipo di educazione per i loro figli, sta agendo in modo immorale e in contrasto con una società libera. Uno Stato che viola i diritti dell’homeschooling sarà in grado di calpestare i diritti di tutti i genitori. I bambini che sono stati educati a casa sono maggiormente portati ad abbracciare la filosofia della libertà e ad unire gli sforzi per ripristinare la libertà. Non sarei sorpreso, infatti, se i futuri leader dei movimenti per la libertà fossero educati in casa.

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