domenica 2 settembre 2012

Una lezione di libero mercato, e non solo: Cremona in età comunale (parte sesta)

di Camilla Bruneri e Tommaso Cabrini


Durante tutta la sua storia di Comune indipendente, Cremona fu sempre una città ghibellina, salda alleata dell’imperatore tedesco: ciò permise alla città di togliersi non poche soddisfazioni contro rivali storici come l’assedio di Crema del 1159 che venne conquistata e rasa al suolo[1]. Stessa sorte toccò alla potentissima Milano nel 1162, una volta distrutta la città, i milanesi vennero dispersi in quattro diverse località e, nel medesimo anno la conquista con successiva distruzione delle mura di Piacenza e Brescia. Successivamente vi fu una breve interruzione dell’alleanza con l’impero, quando la città si rivoltò contro Federico Barbarossa per il suo straripante potere in nord Italia, creando nel 1167 con Crema, Brescia, Bergamo, Mantova e i dispersi milanesi la “Lega cremonese”, che in seguito alla fusione con la “Lega veronese” diede vita alla “Lega lombarda”.
Tuttavia Cremona, forte dei legami con l’impero, svolse principalmente un ruolo di intermediazione tra la Lega e l’imperatore e non partecipò ai combattimenti della battaglia di Legnano.
Il sodalizio con l’imperatore proseguì anche con Federico II, con la vittoria ottenuta presso Cortenuova contro gli eserciti di Brescia, Bergamo e Milano e fino al definitivo declino imperiale in nord Italia partecipando alla sconfitta di Vittoria (presso Parma) nel 1248.
Nel 1250 Federico II morì, lasciando un importante vuoto di potere imperiale, che non avrà più la forza di intromettersi nelle faccende italiane.
Nel frattempo Cremona era retta da un’aristocrazia nobiliare di stampo ghibellino, fino ad allora egemone della politica cittadina, che aveva contenuto e respinto tutte le istanze dell’opposizione guelfa e con la sparizione del potere imperiale le cose cominciarono a cambiare.
Lo scontro tra le due fazioni, nobili ghibellini contro borghesi guelfi, si accese sempre più, con scontri spesso molto cruenti, arrivando nel 1256 alla secessione da parte dei guelfi. Venne così fondata una Città Nova, con tanto di piazza centrale con ai due lati opposti il palazzo comunale e la principale chiesa cittadina (ricalcando esattamente lo schema della piazza centrale della città “vecchia”) . Ciò che suscita senz’altro interesse è il luogo della fondazione: appena al di fuori delle mura, tant’è che i due palazzi comunali distano tra loro meno di ottocento metri. Di fatto quindi si veniva creando all'interno della stessa città, la compresenza di due governi separati e rivali che durò fino al ‘300. Il centro di questa città nova, tutt’ora esistente,è composto dal palazzo Cittanova (la sede del comune) e dalla chiesa di s’Agata (di cui rimane solo l’originale campanile).



[1] Durante l’assedio i cremonesi catturarono nelle campagne diversi cittadini cremaschi, che, ancora vivi, furono appesi alle torri d’assedio, costringendo i difensori della città ad uccidere i loro stessi concittadini per poter colpire le torri nemiche. Ciò provocò un’accesa rivalità tutt’ora mai sopita.

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