di Miki Biasi
Caro governo,
“noi tutti” ci siamo qui riuniti per farvi una richiesta: dovete impedire, una volta per tutte, l’uso delle armi ai privati cittadini.
Siamo stufi di rivedere sempre le stesse scene.
Non meritiamo di svolgere il nostro mestiere con la tranquillità che dovrebbe essere tipica di ogni lavoro?
Pensate: proprio quando siamo vicinissimi alla raccolta dei frutti del nostro lavoro, questi privati cittadini ci puntano le loro armi contro, trattenendo così i prodotti della nostra attività.
Quindi ribadiamo: è davvero necessario lavorare con l’ansia di essere sparati in qualunque momento?
Per questi motivi, Governo, vi chiediamo di intervenire! E dovete farlo subito! Per il nostro bene.
Tuttavia, se non riterrete sufficiente quanto detto finora, caro Governo, vi esponiamo le considerazioni di alcuni nostri amici:
Cosa signicherebbe sostanzialmente “armi libere per i privati cittadini”?
Esattamente questo, caro Governo: gli organi di sicurezza dello Stato non avrebbero più il potere di eseguire perfettamente gli ordini di un governo democraticamente eletto, in quanto si dovrebbe temere la reazione di alcuni cittadini.
Esattamente questo, caro Governo: gli organi di sicurezza dello Stato non avrebbero più il potere di eseguire perfettamente gli ordini di un governo democraticamente eletto, in quanto si dovrebbe temere la reazione di alcuni cittadini.
Dovete ammettere quanto tutto ciò sia contrario al “dialogo” democratico.
Fin qui, caro Governo, le considerazioni dei nostri amici.
A noi, però, queste considerazioni appaiono troppo moderate: se vogliamo estirpare la piaga delle armi, dobbiamo abolirle tout court. D’altronde cosa ci assicura che coloro che voi, caro Governo, avete preposto alla nostra sicurezza, in momenti di follia, ci puntino le armi contro?
Ciò che bisogna fare, è togliere le armi anche agli organi di sicurezza. Sarebbe anche più carino acciuffare i furfanti: non si farebbe loro del male e sconterebbero serenamente la loro pena in carcere.
Non è, questo, degno di uno Stato che voglia chiamarsi “civile”?
E’ una lettera piuttosto corta, ne siamo consci. Tuttavia speriamo che queste poche righe, caro Governo, vi facciano cogliere le ragioni più intime della nostra richiesta.
Confidiamo in ulteriori e proficue collaborazioni.
Con affetto,
ladri, rapinatori e autocrati di tutto il mondo
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Abolire tout court le armi è l'unica soluzione sensata possibile per raggiungere la libertà.
RispondiEliminaMa a quale governo è indirizzata questa lettera? In Italia le armi sono proibite.
RispondiEliminaIn Svizzera e in Canada sono permesse e molto diffuse senza problemi o pericoli di omicidi e stragi. Negli Usa in alcuni stati sono proibite e, guarda caso, proprio dove la percentuale di omicidi e stragi è maggiore.
Il problema non sono le armi, che sono un legittimo strumento di difesa personale, ma gli uomini che le usano. Perchè vogliamo credere che basti una legge per risolvere i problemi?
Che poi, in barba a qualsiasi legge, le armi si comprano, circolano, si usano in tutte le parti del mondo e proprio nelle mani delle persone meno affidabili.
Ciao :)
RispondiEliminaCerto, anche io sono cosciente che in Italia l'uso delle armi da parte dei privati cittadini e proibito se non con porto d'armi.
Ho usato il governo come destinatario della lettera, ma era strumentale: ciò che mi interessava era evidenziare in maniera ironica tutti i problemi che derivano dal proibire l'uso delle armi ai privati cittadini.
Insomma, se proibiscono le armi, chi ne beneficia, sono ladri rapinatori e autocrati, in quanto, come lei ha ben detto, non basta una legge per risolvere i problemi e di solito le armi si comprano in barba alla legge.
Spero di aver chiarito la mia posizione :)
Miki Biasi
Questo concetto estremizzato e pco constetualizzato di "difesa personale" è ambiguo.Con questo concetto ripreso dall'anonimo secondo cui si può sparare, uccidere e fare una strage contro chi ti ruba qualcosa o ti aggredisce è ambiguo.Questo ragionamento giustifica il gesto di Adam Lanza:siccome questo ragazzo è stato aggredito e violentato psicologicamente da piccolo in quella scuola,si è vendicato contro la scuola che l'aveva distrutto.Invece le cose non stanno così:queste tremende e schifose stragi,così come qualunque omicidio non hanno bisogno di giustificazioni,bisogna risolvere le cause di queste cose che sono causate da questa società criminale.
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RispondiEliminaQuesta messaggio è in risposta all'ultimo commento (quello dell'altro anonimo)
RispondiEliminaLe espongo alcuni dei principi che mi guidano nell'individuazione del concetto di legittima difesa, in modo da chiarire, per lo meno, la mia posizione:
1)Lei può vendicarsi esclusivamente contro le specifiche persone che le hanno arrecato danno.
2)Lei può invadere la persona e le proprietà di quelle persone che ritiene le abbiano recato danno solo nella misura stessa in cui è stata invasa la sua persona o la sua proprietà.
E su ciò gli antichi romani ci hanno dato esempi di civiltà tramite la loro giurisprudenza.
3)Un punto che, invece, potrebbe sembrare controverso è se lei possa agire in legittima difesa in un periodo successivo a quello dell'aggressione.
Dico "potrebbe sembrare controverso" perchè, secondo alcuni, lei potrebbe farlo ma se (poi) ciò che commette fosse sproporzionato (in senso poco elastico) rispetto all'invasione ricevuta oppure se la persona che lei aggredisca in realtà non fosse stata colpevole, allora il tribunale giudicherà e la condannerà per questo.
Non sarebbe un "far west" dal momento che se si aggredisse una persona non avendo la certezza della sua colpevolezza, si avrebbe per lo meno la certezza di essere condannati.
Miki Biasi