Un altro mese è passato: nonostante le difficoltà e gli impegni, la redazione continua la sua attività con una buona costanza. Gli spunti non mancano: tira un'aria di «contro-risorgimento», in Veneto come in Catalogna, nei Paesi Baschi come in Scozia. Ammettiamolo: un ottobre del genere non ce l'aspettavamo. Quel che è successo lo scorso mese va oltre le più rosee aspettative di molti di noi.
Il 15 ottobre il first minister scozzese Alex Salmond e il prime minister britannico David Cameron si sono accordati in merito al referendum che permetterà ad Edimburgo di salutare Londra: si terrà nel 2014.
In Spagna l'atmosfera è caliente. Madrid e Barcellona si guardano più in cagnesco che mai, e stavolta Ronaldo e Messi non c'entrano: i catalani premono per l'indipendenza, e dato che il 25 novembre si voterà, c'è da aspettarsi un trionfo degli indipendentisti. Tra l'altro, il 21 ottobre i baschi hanno votato compatti i separatisti. Addio Spagna? Ne riparleremo.
Meno di tre settimane fa, Gallio ha ospitato un importante convegno organizzato dall'associazione Diritto di Voto: il tema era l'indipendenza del Veneto. Per la Serenissima la strada è in salita, ma quello che conta in queste cose è fare il primo passo. A Venezia il dibattito sulla secessione è tornato di scottante attualità, e i libertari hanno drizzato le antenne. Non è un caso che il reportage del convegno apparso su The Road to Liberty e sul sito di Diritto di Voto abbia suscitato forte interesse: i conflitti tra centro e periferia emersi con prepotenza negli ultimi tempi alimentano prospettive potenzialmente rivoluzionarie, e siamo solo all'inizio. Sale la febbre dell'indipendentismo, che è una febbre di libertà. Oggi il termometro segna, poniamo, 37 e mezzo: e domani?
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