Di Stephen J. Dubner e Steven D. Levitt
(traduzione e premessa di Tommaso Cabrini)
Come
concorderanno molti dei lettori il mercato rappresenta il miglior
sistema per determinare l'uso di risorse scarse. Tuttavia ci sono
casi, come nella donazione degli organi dove la società è compatta
nel ripudiare il mercato, perchè considerato un sistema odioso e
ripugnante. Gli autori, sempre appassionati studiosi di incentivi che
regolano il comportamento umano spiegheranno come la mancanza di un
mercato renda la situazione ancora più difficile, privando tutte le
parti dei necessari stimoli ad agire nel modo migliore. Tale mancanza
in un campo di vitale importanza come quello della donazione d'organi
non può che avere conseguenze mortali. Il che è decisamente
ripugnante.
Soppesando il fattore
ripugnanza
Quanto
è ripugnante questa situazione? Prendete
qualcuno che amate, per esempio vostra moglie o vostro fratello o
vostra sorella, e trovate un estraneo che accetti una grossa
scommessa che il vostro caro muoia prematuramente- se nel caso
accadesse intaschereste alcuni milioni di dollari.
Queste,
naturalmente, sono le modalità di funzionamento dell’assicurazione
sulla vita. E molti americani non trovano affatto ripugnante
quest’idea. Dopotutto sono abituati. Fino a metà del XIX secolo
l’assicurazione sulla vita era considerata “una profanazione”,
come scrisse la sociologa Viviana Zelize, “che trasforma l’evento
sacro della morte in una volgare merce.”
Alvin
Roth, un economista di Harvard che studia la pianificazione dei
mercati, ha studiato molto a proposito della ripugnanza. In alcune
questioni, nota, la ripugnanza svanisce, come con le assicurazioni
sulla vita – o, ancora più importante, la pratica di applicare
interessi ai prestiti. In altri casi avviene il contrario:
comportamenti una volta accettati, come ad esempio essere possessori
di schiavi, oggi vengono visti come ripugnanti.
Un
caso di ripugnanza è lontano dall’essere deciso: la dispute a
proposito di come debbano essere allocati – o magari persino
venduti - gli organi umani disponibili per il trapianto. Se voi
aveste un cuore, o un fegato o reni malandati quasi sicuramente
morireste senza trapianto, ma se non siete abbastanza fortunati da
ottenere un organo attraverso le liste d’attesa ufficiali non
potete comprarne uno a nessun prezzo. Così, invece di un libero
mercato di organi, abbiamo un mercato di volontariato. Alcune persone
acconsentono a rinunciare ai loro organi utilizzabili una volta
morti. Nel caso di un donatore vivente qualcuno sacrifica un rene, o
parte del fegato a favore di un ricettore, solitamente un familiare.
Nello
spazio di poche decadi, la chirurgia dei trapianti è diventata
sicura e affidabile. Ma il successo fa crescere la domanda: più
pazienti ottengono nuovi organi, più pazienti li desiderano. Nel
2005 negli Stati Uniti sono stati effettuati più di 16.000 trapianti
di reni, in incremento del 45 percento in 10 anni. Ma in questo
periodo il numero di persone sulla lista d’attesa per un rene è
cresciuto del 119. Più di 3.500 persone muoiono ogni anno aspettando
un trapianto di rene.
Per
un economista questo è un classico gap di domanda e offerta con
tragiche conseguenze. Quindi, cosa può essere fatto per incrementare
l’offerta di organi?
Un
grosso problema è che ai potenziali offerenti non sono dati
incentivi davvero forti a farsi avanti. In gran parte dell’Europa
la scelta viene fatta per loro: invece di dover optare per la
donazione, la presunzione di base è che i tuoi organi utilizzabili
vengano prelevati dopo la tua morte senza che la tua famiglia possa
optare per la non donazione. Ma, anche, l’Europa continua ad avere
una notevole penuria di organi, in parte perchè gli incidenti
stradali – che sono incline a produrre organi utilizzabili
all’espianto – sono in un trend decrescente nei paesi
occidentali.
Se
è dura convincere le persone a rinunciare ai loro organi dopo la
morte, pensate a quanto sia dura persuadere una persona viva a donare
un rene. (Da un punto di vista medico un rene da donatore vivente ha
un valore di gran lunga superiore a quello di un cadavere.) Anche se
la maggior parte delle persone può vivere tranquillamente con un
rene, c’è sempre un prezzo da pagare per i disagi, il rischio, la
paura e la perdita di giornate lavorative [n.d.t. negli Stati Uniti
la malattia non viene pagata]. Ma gli Stati Uniti, come praticamente
ogni altro Stato mondiale vieta ai donatori di farsi pagare, in
qualunque modo.
E’
dura trovare un economista che sia d’accordo con questa politica.
Gary Becker e Julio Jorge Elias hanno argomentato, in un recente
paper, che “gli incentivi monetari avrebbero incrementato la
disponibilità di organi per trapianto a livello sufficiente da
eliminare la lunga coda nel mercato degli organi, e la sofferenza e
la morte di molti di coloro che aspettano, il tutto senza
incrementare il costo totale del trapianto di più del 12 percento.”
Alcuni
non-economisti possono trovare il ragionamento ripugnante. Ci sono
molte ragioni, dopotutto, per vietare la vendita di organi. Alcune
persone considerano immorale mercificare parti del corpo
(ciononostante è oggi comune non solo vendere lo sperma o gli ovuli,
ma persino affittare un utero). Altri temono che molti venditori di
organi sarebbero poveri, mentre molti acquirenti sarebbero ricchi;
che che qualcuno potrebbe essere spinto a vendere un rene senza
comprenderne pienamente i rischi.
Ma
perchè, si chiedono Becker ed Elias, la povera gente dovrebbe
“essere privata di una fonte d’entrata che potrebbe tornargli
molto utile?” Ancora più convincente è il fatto che anche una
persona povera può aver bisogno di un nuovo rene tanto quanto una
persona ricca (se non di più) – e, senza un mercato legale di
organi, ha la stessa possibilità di morire mentre aspetta in lista
d’attesa.
Saltando
al paragrafo successivo Alvin Roth, anche se è un economista, è
abbastanza sveglio da capire che la ripugnanza trattiene gli
americani dall’adottare nel prossimo futuro un vero mercato degli
organi. Così, assieme a molti altri scolari e personale medico, ha
aiutato a progettare un’alternativa intelligente, il New England
Program for Kidney Exchange. Immaginate di avere una moglie che stia
morendo di insufficienza renale, e che vorreste darle uno dei vostri
reni, ma non siete biologicamente compatibili. Ora immaginate che
un’altra coppia sia nella stessa situazione. Il Kideny Exchange
trova e abbina le coppie: voi donate il vostro rene alla moglie di
uno sconosciuto mentre lo sconosciuto dona il suo rene a vostra
moglie; le operazioni si svolgono simultaneamente per assicurare che
non ci siano dietrofront. Anche se questo sistema ha portato a solo
un paio di dozzine di trapianti finora, illustra la comprensione
degli incentivi di un economista: se non puoi spingere qualcuno a
donare un organo per altruismo, e non lo puoi nemmeno pagare, cosa
puoi fare? Trovare due persone che hanno un disperato bisogno di
allineare i loro incentivi.
D’altro
canto, chi, nel pieno delle sue facoltà, si farebbe avanti per
donare un rene ad uno sconosciuto? In realtà abbiamo recentemente
parlato ad uno di questi potenziali donatori che ha chiesto di
rimanere anonimo. Donatore è sposato, con quattro figli e una
situazione finanziaria precaria. Poichè Donatore ha un fratello che
necessiterà a breve di un trapianto d’organo, si è insinuata
nella sua mente l’idea che potrebbe vendere un rene ad uno
sconosciuto. Attraverso un sito web di donatori ha trovato un
potenziale ricevente. Quando tutto il processo è stato a buon punto
il Donatore ha scoperto che era illegale essere pagati. Alla fine,
comunque, i principi del Donatore superarono i bisogni finanziari, e
decise di andare avanti col trapianto.
Donatore
ha fatto numerosi esami presso l’ospedale dove Ricevente avrebbe
avuto il trapianto. Sia Donatore che Ricevente hanno dovuto mentire
ripetutamente ai dottori, sostenendo di essere vecchi amici. “Se
scoprissero che ci siamo conosciuti su internet”, spiega Donatore,
“penserebbero che sia fatto per denaro e annullerebbero
l’operazione”.
Se
tutto andasse bene il trapianto avverrà a breve. Pensiamo a chi
ricaverà un profitto da questa transazione: Ricevente di sicuro,
come anche i chirurghi, le infermiere, l’ospedale, le compagnie
farmaceutiche. Tutti saranno pagati in qualche modo – eccetto
Donatore, che non solo non sarà pagato per aver fatto un’azione
molto altruistica, ma ha dovuto pagare il prezzo aggiuntivo di
mentire a proposito di questa cosa.
Sicuramente
ci sarà qualcuno, e non solo economisti che riterranno questa
situazione – bhè, ripugnante.
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