mercoledì 11 marzo 2015

Nessuna nuova dal fronte venezuelano

Di Tommaso Cabrini

Dopo la lunga carenza di carta igienica (oltre che di altri beni di prima necessità), pare che a Caracas si sia presa la decisione di schedare le impronte digitali di chi si reca nei supermarket, in modo da poter attuare meglio il razionamento deciso dal governo.

Il primo fatto impressionante è che un paese ricco di petrolio come il Venezuela sia ridotto letteralmente alla fame. Nessuno stupore per i lettori del nostro blog, d'altro canto come diceva Friedman se il socialismo governasse "il deserto del Sahara, entro quatto anni esaurirebbe la sabbia".
In fondo già quasi un secolo fa Ludwig von Mises ci ha descritto perchè un sistema socialista è inevitabilmente destinato, alla scarsità, alla povertà e, infine, al fallimento.

Secondo fatto, che sempre non stupirà nessuno: la mancanza di libertà economica conduce ad una minore libertà personale. In un sistema socialista, l'unico modo per far andare avanti ancora un po' la barchetta, con lo scafo pieno di buchi, è distruggere la libertà individuale, schedando tutta la popolazione con la (assurda) motivazione di razionare le risorse.

I danni profondi alla vita, alla libertà ed alla proprietà (o alla ricerca della felicità, per utilizzare una più elegante, ma meno chiara, perifrasi di Thomas Jefferson) prodotti dal socialismo sono sotto gli occhi di tutti, eppure, i suoi sostenitori sono inspiegabilmente in continuo aumento in tutto il mondo. Essi ignorano volutamente quanto è assolutamente evidente e proclamano che il "sol dell'avvenire" porterà a tutti la ricchezza e la libertà.

Se mai un giorno il Venezuela riuscirà ad emanciparsi dalle oppressive catene del socialismo sicuramente rimarranno vuote e stupide voci che ripeteranno: "quando c'era Lui non serviva mettersi a dieta!".

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